La mente umana durante il covid

Ad oggi mi chiedo come si faccia, come si fa ad andare avanti quando tutto sembra scolorire, quando il mondo non ha più quei colori chiari e accesi, come si fa ad avere speranza quando tutto sembra inutile assurdo e paradossale. Racconto della mia piccola realtà, abito in un paesino in provincia di Siracusa di 8.730 abitanti. Nonostante sia una piccola realtà quella in cui mi trovo, noto i grandi disagi e anche le gravi problematiche riguardanti ogni singolo individuo di questa comunità. Nel mio paese si sono tramandati di generazione in generazione ideali, valori e tradizioni verso i quali ognuno di noi ha sempre provato un forte senso di stima e ammirazione. La pandemia è la causa che invece ha tramortito tutto questo, se lo è preso così da un attimo all’altro privandoci di ciò che per noi era importante. È passato un anno, e ricordo come era la mia piccola cittadina; era sempre piena di gioia, di iniziative, di gente, di nuove proposte, sempre con voglia di fare, coinvolgendo tutti, dai signori più anziani dai quali partiva il tutto sino ai giovani e bambini.

Il Covid ha stravolto tutto, ho visto questa realtà bloccarsi, fermarsi come se avesse fatto un profondo respiro e sta ancora oggi trattenendo il fiato nella speranza di poter ritornare a respirare. Ma anziché continuare a parlare dei danni che sono visibili a tutti, mi piacerebbe parlare di quelli che nessuno di noi può vedere. Il fattore psicologico, il conoscere la nostra mente e capire quanto tutto ciò incida non è mai stato semplice. Ma cosa succede alla mente umana quando si ritrova a stare chiusa nel proprio io? Accetta ciò che le capita o no? Ad oggi reputo che trovare una risposta a questa domanda sia complicato. Il governo, lo stato parlano dei problemi economici che la pandemia ha causato, pensano di fare il bene, ma  si sono poco interessati se l’uomo ha vissuto o meglio sta vivendo un trauma psicologico, al quale non vi si conosce rimedio. Nel primo lockdown ci siamo interrogati e abbiamo riscoperto il valore della vita apprezzando i lati belli e soprattutto quelli brutti perché sono proprio quelli che ci spingono alla felicità. Noto come sia cambiato così tanto tutto ciò che mi circonda. Vedo gente che non ride più, che non si abbraccia più, che non ha più voglia di divertirsi. Vedo volti che hanno attraversato sofferenze, stanchi e compiaciuti; ma credo che tutto questi riguardi la loro mente. Cosa fai quando sei giù di morale? Cerchi di pensare che nella vita c’è di peggio, che c’è gente che soffre e da lì torni a sorridere, e invece cosa fai quando tutto sembra non avere più senso ti arrendi o perseveri?

Nella mia comunità mi ritrovo spesso e volentieri in contatto con persone che sono molto lontani da me. Cerco di essere forte e di indurre loro coraggio, ma in realtà forse io in primis ho già perso la speranza. L’uomo ma in generale l’essere umano è stato creato per stabilire rapporti, per essere socievole, ma se viene privato di questo che uomo sarà?. Gente a cui viene privato di lavorare, tolto e strappato dalle mani, pensate che il loro grande problema sia solo il denaro? Oppure le loro preoccupazioni? Siamo tutti uomini fatti della stessa sostanza, e la mente ad oggi ha bisogno di una dimostrazione, di una speranza. Nella vita nulla dura in eterno, tutto passa anche il male, ma si sbrighi a farlo perché c’è voglia di ritornare a stare bene.

 

FALSAPERLA  LUDOVICA classe 3 A