Tempo necessario per essere felici

Nella società odierna il tempo è ciò di più prezioso che si possiede, ma, allo stesso tempo, è anche ciò di più limitato che possa esistere, poichè impegnato da azioni necessarie.
Chi ha tempo è felice, perchè può sfruttarlo come meglio vuole, ma, oggi giorno, il tempo libero risulta scarseggiare sempre di più. Spesso la gente “sfrutta” il proprio tempo libero per riposarsi dal lavoro o dallo studio che tolgono molte energie ad ogni individuo che, nonostante si riposi, rimane sempre infelice non riuscendo ad utilizzare il tempo disponibile nel migliore dei modi.

“Il tempo è denaro”, una frase celebre che, senza dubbio, abbiamo sentito tutti, questa frase associa ciò di più importante che abbiamo a qualcosa di fortemente materiale. Ma davvero dobbiamo usare tutto il nostro tempo per guadagnare? Secondo D. Mothé, nel suo saggio “L’utopia del tempo libero”, il tempo è il denaro sono talmente associate tra di loro da cadere in un paradosso poichè durante il tempo libero noi utilizziamo i soldi che abbiamo guadagnato per soddisfare la nostra volontà, ma l’uomo desidera avere più di quello che può permettersi, quindi, per poter guadagnare ancora di più, è costretto a lavorare e a limitare sempre di più il tempo libero di cui dispone.

Per capire meglio facciamo l’esempio di un uomo che ha lavorato fino a 65-70 anni ed ha accumulato una grandissima quantità di denaro. All’età di 70 anni, di tutti questi soldi che ha accumulato e di tutto quel tempo passato a lavorare limitando le proprie ore libere al minimo indispensabile, non gli resta più nulla dato che il tempo passa per tutti e i soldi, per quanti siano, non ti salveranno la vita rendendoti immortale. Viversi tutti quei soldi da anziani non è un gioco che vale la candela; infatti una persona anziana non è capace di poterseli godere allo stesso modo di una persona giovane. Il lavoro è essenziale per poter sopravvivere, ma deve essere dosato giustamente. Un altro esempio riguarda il film di Adam Sandler: “Cambia la tua vita con un click”, in cui il protagonista attraverso un telecomando, riesce a mandare avanti il tempo e ad avere soddisfazioni lavorative. Il problema sorge alla fine del film quando, dopo aver perso il padre e ritrovatosi ricoverato in fin di vita, capisce che tutto il lavoro che lo ha portato a diventare ricco contemporaneamente lo ha portato a trascurare tutta la sua famiglia, dopo aver capito ciò si ritorna al momento in cui riceve il telecomando e, consapevole del danno che ha combinato, lo getta via.

Il tempo è fondamentale, ma dobbiamo saperlo gestire; dare maggior tempo al lavoro, più di quello che ne viene richiesto, non è salutare e non è corretto per se e per chi ti sta accanto, quindi, il lavoro, non deve essere qualcosa che ci deve distogliere dall’obbiettivo più importante per ciascuno di noi, ovvero vivere.
Samuele Lucisano, V DSA