Violenza sulle donne, incremento in lockdown

La violenza contro le donne è una violenza di genere, riguarda donne adulte, minorenni e anche bambine. Ci capita molto spesso di leggere o sentire la parola “femminicidio”, questa parola venne utilizzata per la prima volta solo nel 1990, per indicare l’uccisione di una donna da parte di un uomo per motivi di odio, disprezzo o possesso. Il contesto storico in cui stiamo vivendo ha incrementato e reso possibile vedere l’accanimento di uomini violenti, sia psicologicamente, sia fisicamente, con le donne. Durante il lockdown del periodo tra Marzo e Maggio 2020 (87 giorni), sono stati registrati 44 casi di femminicidi, una donna ogni due giorni veniva uccisa nell’ambito familiare, dal compagno o dal marito. Il numero dei femminicidi familiari con vittime conviventi sale da 49 a 54. Nel trimestre del primo lockdown si attesta addirittura all’80,8%, tra marzo e giugno. (fonte “il fatto quotidiano)

In passato, invece, il matrimonio era organizzato dalle famiglie, le ragazze erano valutate sotto vari aspetti, come ad esempio la verginità. Molto spesso le donne vittime di violenza venivano date in sposa al colpevole, che sposandola estingueva il reato. Il primo caso di donna che rifiutò il matrimonio riparatore fu Franca Viola, la ragazza fu violentata dal suo fidanzato, Filippo Melodia, nel 1965 a 17 anni, successivamente la famiglia del ragazzo contattò la famiglia di Franca per riconciliarsi attraverso il matrimonio dei due giovani. La famiglia di Franca finse di accettare il matrimonio, ma d’accordo con la polizia fece irruzione nell’abitazione di Melodia, arrestando lui e i suoi complici.

Francesca Moschitti 3A