Catania, santuario in periferia deturpato dalla spazzatura

Nella periferia di Misterbianco (Catania), esiste una chiesetta risalente al XVII secolo. Si trova lungo i margini di via S. Margherita, all’altezza del numero civico 62, via che prende il nome proprio dalla santa a cui e dedicata la chiesa, ha una deliziosa facciata “a capanna” con cella campanaria nella parte centrale.

Guardarla evoca immagini di paesaggi rurali, dove contadini e pastori magari portando ceste con prodotti da donare ai più poveri ,si recavano alle prime luci del sole per seguire la messa. Oggi, le funzioni religiose nei periodi invernali sono sospese e forse proprio per questo motivo, sembra che la piccola chiesa si chiuda in un letargo di abbandono. Passando davanti alla chiesa, duole il cuore a vedere tale obbrobrio, oltre le erbacce che crescono indisturbate, negli ultimi anni gente incosciente e sprovveduta ha pensato bene di abbellire i bordi della chiesa con tutto ciò che non gli serve più, vecchi vestiti, scarpe, cuscini pupazzi e giocattoli che restano li fino a quando in primavera la chiesetta esce dal letargo e rifiorisce, infatti riapre ai fedeli. Questa gente sicuramente non vuole usare la chiesa come discarica, ma pensa di fare un atto di generosità, come se ci dovesse essere chi sa chi che si adopera a raccogliere la roba lasciata per distribuirla ai bisognosi o che addirittura chi ne dovesse avere bisogno ne attinga spontaneamente, ma è possibile che non si accorgono che tutto quello che lasciano, marcisce proprio là dove l’hanno lasciato per mesi? Dovrebbero essere informati che, se proprio hanno voglia di fare beneficenza, le parrocchie sono ben liete di accogliere roba usata, ci sono volontari che se ne occupano oppure, a costo zero, possono portare la roba all’isola ecologica.
Testo e foto di Federico Santo Santonocito, V Dsa