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Euphoria: serie rivelazione sulla sconcertante vita dei teenager

Euphoria è un teen drama del 2019, scritto e diretto da Sam Levinson, per l’emittente statunitense HBO. Gli otto episodi della prima stagione, come i due speciali rilasciati di recente, sono reperibili in Italia su Sky Atlantic.
Protagonista è Rue Bennet, adolescente appena uscita dalla riabilitazione, a causa di un’overdose. La ragazza ci introduce nella sua vita raccontando il mondo da una prospettiva giovanile. Ogni episodio è dedicato ad uno dei personaggi, di cui Rue pare fare una psicoanalisi, esaminando la loro vita fin dall’infanzia.
A primo impatto, la brutalità con cui vengono presentati certi argomenti appare sconcertante, quasi inverosimile, ma questo è il punto di forza su cui Levinson basa il suo progetto. Temi come, depressione, suicidio, sesso, o ancora bullismo, revenge porn, fat-shaming sono associati agli adolescenti in modo naturale, quotidiano, demolendo lo stereotipo dell’adolescenza ingenua e perfetta.
Il ritratto della generazione Z è veritiero, qualsiasi ragazzo/a si identifica, anche se in minima parte, in qualcuno dei personaggi. Sono, apparentemente, prototipi scontati, eppure conoscendoli a fondo rivelano la loro umanità, le loro insicurezze, permettendo di provare empatia per loro. Sta ai telespettatori giudicarne le scelte. La serie non dà consigli, non ha un fine didattico né moralizzante. Mostra la realtà in maniera cruda, onesta, lasciando che ogni azione porti alle sue inevitabili conseguenze, senza alcun riguardo.
Tale fenomeno è favorito dallo studio nel particolare di ogni aspetto. Ciascuna inquadratura è
sinonimo dell’umore del protagonista della scena. Ogni volta che Rue fa uso di sostanze stupefacenti la visuale è contrassegnata da glitter, immagini psichedeliche e sequenze allucinanti che simboleggiano la perdita di controllo e lucidità. Anche la musica gioca un ruolo fondamentale. La colonna sonora della serie, prodotta dall’artista britannico Labrinth, è un mix di generi distorto che esprime alla perfezione il concept dello show.
Non è una serie per tutti. Alla fine di ogni episodio compare un avviso che invita gli spettatori a cercare aiuto (con numero di telefono per sms, negli Stati Uniti) se gli argomenti trattati hanno provocato disagio o sofferenza. È creata per un pubblico di giovani adulti, in grado di coglierne l’autenticità, senza soffermarsi sullo shock di immagini schiette.
I dialoghi profondi, la rilevanza dei temi affrontati o soltanto la superba performance di Zendaya Coleman, vincitrice di un Emmy come miglior attrice protagonista di una serie drammatica, fanno di Euphoria uno spettacolo che merita di essere visto ma in maniera consapevole.
Maria Vittoria D’Antonio IV F