Sicurezza stradale, pro e contro delle mini-car

Con il termine minicar, s’intende un veicolo dalle dimensioni estremamente ridotte.
Le microcar, in senso moderno, fanno la loro prima comparsa negli anni Ottanta in Francia, Paese che, tuttora, ospita alcune tra le principali case costruttrici di microcar: Ligier, Aixam, Chatenet. Tuttavia, si dovrà attendere la metà degli anni Novanta per una vera e propria diffusione di questi veicoli nel resto d’Europa.
Nei Paesi dell’Unione Europea, le minicar rientrano in due tipologie di veicoli ben precise a seconda delle loro caratteristiche costruttive: i quadricicli leggeri, di massa inferiore ai 350 kilogrammi, cilindrata inferiore ai 50 cm³ se equipaggiate con motori a benzina (non sono invece previsti limiti per i motori diesel o elettrici), potenza inferiore ai 4 kW e velocità massima inferiore ai 45 km/h. Ed i quadricicli pesanti, di massa inferiore ai 400 kilogrammi (550 se adibiti al trasporto di cose), potenza inferiore ai 15 kW e velocità massima inferiore agli 80 km/h.
Le microcar classificate come quadricicli leggeri vengono equiparate ai ciclomotori. E’ possibile, dunque, guidarle previo conseguimento della patente AM. I modelli che, invece, vengono classificati come quadricicli pesanti sono guidabili previo conseguimento della patente B1.
Per la verifica e il confronto della sicurezza dei quadricicli leggeri rispetto ad altri mezzi, sono stati studiati i dati statistici del 2008, dove è emerso che i quadricicli leggeri risultano 2 volte più pericolosi (indice di mortalità) dei mezzi a due ruote e di 3 volte rispetto agli autoveicoli.
Sono equiparati ai tricicli e ai motocicli e si dividono in: quadricicli leggeri, la cui massa a vuoto è regolamentata a un limite massimo di 350 kg, con una capacità di carico massima non superiore ai 200 kg. Sono equiparati ai ciclomotori e possono essere condotti con o senza patente, a seconda della legislazione in vigore in ciascun paese.
I limiti di potenza e cilindrata variano a seconda della categoria, in cui ricade il quadriciclo.
Quadricicli leggeri: cilindrata massima di 50 cm³ per i motori ad accensione comandata, oppure potenza massima pari o inferiore a 4 kW per i motori termici di altro tipo (ad es. Diesel) o motori di altra natura, come i motori elettrici che non hanno una cilindrata, mentre non possono essere capaci di viaggiare a oltre 45 km/h.
Quadricicli pesanti: potenza massima pari o inferiore a 15 kW, senza limitazioni delle misure motore, mentre non possono essere capaci di viaggiare a oltre 80 km/h.
In Italia, se il quadriciclo rientra nella categoria quadriciclo leggero è necessaria la patente AM, conseguibile a partire dai 14 anni, in quanto il codice della strada lo equipara ad un ciclomotore pur avendo quattro ruote.
Per i quadricicli pesanti, invece, è richiesta la patente B1, conseguibile a partire dai 16 anni. Infine, se la massa a vuoto risulta superiore ai 550 chilogrammi (trasporto di merci) o ai 400 chilogrammi (trasporto persone), è richiesta la patente B, poiché i mezzi vengono considerati autoveicoli a tutti gli effetti.
Alcuni quadricicli leggeri sono stati sottoposti ad esame da parte dell’ANCMA, per quanto riguarda le emissioni nocive con il risultato che, pur essendo in uno standard diverso da quelli destinati alle autovetture, quasi sempre i livelli di inquinamento prodotto sono inferiori a quello di autovetture diesel omologate Euro III e, per alcuni parametri, assimilabili a quelle con omologazione Euro IV.

Anche il livello di emissione di anidride carbonica, dovuto al basso consumo di questi mezzi, è ridotto rispetto a quello delle autovetture.
Gabriele Catalano, III Dsa
Liceo Enrico Boggio Lera.