Il coronavirus e la sconfitta della libertà di parola

La nostra Costituzione stabilisce la libertà di parola e di espressione, ma in questi ultimi tempi si è abusato molto di questa libertà: è da circa un anno che ascoltiamo medici, virologi e scienziati che dicono tutto e il contrario di tutto riguardo l’origine e la diffusione del COVID. Ci hanno detto di indossare le mascherine, di lavarci spesso le mani, di mantenere il distanziamento, ci hanno imposto di ridurre al minimo i contatti sociali, siamo stati chiusi in casa per mesi, abbiamo igienizzato abitazioni e locali, sono stati chiusi ristoranti, scuole, palestre, cinema, e quasi tutte le attività commerciali tranne quelle indispensabili, poi sono state riaperte, poi chiuse di nuovo e poi di nuovo riaperte ma fino alle diciotto; le persone sono disorientate, sono esasperate. 

A cosa è servito tutto ciò ? 

È passato un anno e non è cambiato nulla: la gente continua a morire, gli aiuti economici non arrivano
la cassa integrazione non basta.

Il 17 aprile alcuni deputati hanno sottolineato che la disinformazione su COVID-19 è un grave problema di salute pubblica e hanno chiesto una fonte di informazione europea per garantire l’accesso a informazioni accurate e verificate per tutti i cittadini.

I deputati hanno anche chiesto ai social media di fermare la disinformazione e i discorsi di odio legati al COVID-19 .

Il governo non riesce a stare al passo con la diffusione della pandemia, ma riesce a zittire tutti quei giornalisti che denunciano l’inadeguatezza delle misure di contrasto adottate o sostengono che le cifre dei contagi sono molto più elevate di quelle ufficiali. Altri politici, invece, sostengono che è stata la stampa a seminare il panico accusando i media di aver diffuso una psicosi da coronavirus.

 

Io credo che la libertà di espressione sia stata negata per mesi e che ancora oggi molti gruppi di persone che la pensano diversamente vengano messi in ombra o condannati per le loro idee. 

La libertà di espressione è stata negata anche perché sono state vietate tutte le forme di manifestazione: coloro che hanno perso il posto di lavoro o che rischiano di chiudere la propria attività non possono esprimere il proprio dissenso.

Dire che il COVID-19 non è un motivo valido per bloccare l’economia dei paesi, significa andare contro le leggi del governo e venire censurati.

Molte volte le persone che scrivono sui social criticando apertamente le notizie ufficiali o i comunicati dei virologi che presentano un quadro grave della situazione , vengono segnalati agli amministratori, etichettati come complottisti o negazionisti , le loro idee definite “fake news“ e censurate per questi motivi ritengo che, chi la pensa diversamente dell’opinione generale, venga limitato nel suo diritto di espressione.

 

Edoardo Ascione 3A

Liceo G. B. Vico – Napoli