“Miles Gloriosus”, trama, analisi e commento

Il “Miles Gloriosus” è una commedia plautina pervenutaci dal lavoro dello studioso Varrone, sulle commedie di Tito Maccio Plauto. Tra le più famose, il “Miles Gloriosus”, con i suoi 1437 versi, è l’opera più lunga nella raccolta plautina di Marco Terenzio Varrone.Ha per modello una commedia greca intitolata ” Alazon ” (in italiano, “fanfarone”), divisa in cinque atti.
Trama. Il soldato Pirgopolinice ha comprato una cortigiana, innamorata, però, di un giovane ateniese. A risolvere l’ingiustizia della separazione tra i due amati, ci penserà il servo del giovane, Palestrione, il quale con una serie di inganni farà credere al soldato fanfarone che una vedova si sia innamorato di lui, anche se scopriremo, nel corso della commedia, che questa donna è sposata ed il marito della donna, non appena scopre l’accaduto si reca da
Pirgopolinice accusandolo di adulterio e infliggendogli la punizione che merita.

Il Miles Gloriosus è la commedia plautina con più personaggi, ne individuiamo molti: Pirgopolinice (dal greco: pyrgus “torre”, polis “città” e nike “vittoria” per sottolineare il carattere militare del soggetto) è il personaggio principali della commedia. A lui è dedicato il titolo, infatti, è il soldato spaccone e le sue azioni danno origine allo svolgimento del componimento. Il miles gloriosus è un personaggio emblematico: da un lato, ostenta se stesso, le sue abilità e imprese mai concluse, dall’altro, nell’animo nasconde un forte sentimento di rancore e vigliaccheria che lo portano a essere sfortunato in amore e ad assumere il ruolo di antagonista nella storia. Tra i personaggi principali della vicenda: Palestrione, il cosiddetto ‘’servus callidus’’ che si mette al servizio del padrone; Pleusicle è un giovane ateniese che interpreta il tipo plautino dell ‘’adulescens’’, l’emblema della giovinezza spensierata, breve, ma talvolta pericolosa, è un giovane avventuroso e perdutamente innamorato di Filocomasio. eriplecomeno interpreta un altro personaggio tipico della commedia plautina, cioè il ‘’senex lepidus’’: il vecchio scapolo della famiglia e nel corso della commedia dimostra il suo buonsenso e la sua umanità. Il suo personaggio è immancabile in ogni commedia e rispecchia la figura del pater familias. Filocomasio rappresenta il tipo plautino della ‘’meretrix’’, una cortigiana innamorata spesso dell’ adulescens e che, al contrario di quello che si possa pensare, ha una storia interessante e avventurosa. Infatti, di solito sono ragazze di buona famiglia che sono state rapite in gioventù, cosa che accadeva spesso sia nella realtà greca che in quella romana.
Filocomasio è una ragazza bella e astuta che ricopre un ruolo importante nella vicenda, innamorata dell’adulescens. Un altro personaggio tipico della commedia plautina è il parassita che nel Miles Gloriosus è interpretato da Artrogrado(‘’roditore di pane’’) che copre di lodi il padrone Pirgopolinice solo per guadagnarsi da vivere e partecipare ai
banchetti, compare solo nel primo atto. Un’altra meretrice è Actroleuzia, bella, astuta e abile
ingannatrice, la quale finge di essere la moglie del vecchio per ingannare il soldato; tutte le
sue azioni sono tendenti allo scopo di nuocere, si può classificare così tra gli antagonisti
insieme al Miles.La schiava di Acrorteleuzia è Melifidippa, una donna ingannatrice e subdola
che riesce ad ingannare insieme a Palestrione il Miles e al contrario della sua padrona si
rivela dalla parte del soldato. Altri personaggi minori sono Sceledro e Lurcione, due servi, e
Carione, un cuoco che talvolta irrompe sulla scena per preparare banchetti.
Il teatro di Plauto non è caratterizzato sempre dagli stessi personaggi, ma sono più ruoli stereotipati che, talvolta, da commedia a commedia possono variare. Il suo teatro è, quindi, un teatro di ruoli da sostenere, molto definiti in modo da poter essere trasferiti da un personaggio all’altro pur rimanendo riconoscibili. Il comportamento canonico può essere recitato a dispetto di una maschera che impone un diverso modello per ottenere una commedia che colpisca il pubblico, cosa possibile solo in un teatro dove si sostengono ruoli.
La commedia ha luogo in Efeso, città greca dell’Asia Minore. Plauto ambienta tutte le sue commedie in Grecia pur essendo romano, egli infatti scrive le sue opere sulla base della Commedia Nuova, le quali erano ambientate nell’Ellade. Viene usata la tecnica tipica plautina della ‘’contaminatio’’, nonchè l’inserzione all’interno di una commedia derivata da un determinato originale greco di una o più scene o personaggi provenienti da una commedia
greca. Prende lo scenario greco anche perchè suscitava maggiore ilarità nel pubblico, questo donava lui il vantaggio di poter attribuire comportamenti spesso normalmente discutibili o deplorevoli ai greci e non ai romani, probabilmente per evitare il malcontento del suo pubblico.
Proprio ad Efeso si svolge la prima scena che precede il prologo vero e proprio e serve a mettere subito in luce la personalità del protagonista, delineandone i tratti deboli grazie ai quali presterà il fianco alle beffe atroci che a suo danno si tramano. Nel prologo, si espongono il riassunto dell’antefatto della commedia e l’anticipazione del suo svolgimento, sempre secondo il modello della tragedia euripidea e della Commedia Nuova di stampo greco.
Caratteristiche del linguaggio plautino: ciò che però suscita maggiormente la ‘’vis’’ comica è il linguaggio plautino, che per altro costituisce l’apporto più originale del commediografo rispetto ai modelli originali greci. Egli crea uno stile artefatto e originale, pieno di intrecci sorprendenti e neologismi, come ad esempio quando all’inizio del primo atto, Pirgopolinice entra in scena esordendo che il suo scudo doveva risplendere e ostentando ad Atrogrado che egli avesse ucciso il Dio Marte e poi di seguito aggiunse ‘’nei campi gorgoglionei’’. ‘’Gorgoglionei’’ è un neologismo latino utilizzato da Plauto e proveniente da una parola greca che sta a significare il ‘’curcumio’’ ovvero il parassita del grano, come per sottolineare che quelle parole fossero prive di realtà, non affidabili.
Il sermo familiaris costituisce il linguaggio quotidiano, metaforicamente ‘’il serbatoio dove il poeta attinge’’; esso viene riprodotto con le sue ridondanze, con la ricchezza del lessico, di cui fanno parte i grecismi e molti neologismi a scopo comico. Ma il sermo familiaris viene trasformato dalla fervida creatività del commediografo;. risulta caricato e accentuato nei suoi
tratti espressivi più energici e vigorosi. Da ciò ne deriva uno stile vario, frutto di una fantasia
che non arretra di fronte alle innovazioni più audaci, arrivando fino all’assurdo e al surreale.
Tutto ha però un singolo obiettivo, quello di suscitare la risata di chi guarda: scopo fondamentale per Plauto, per cui l’autore arriva addirittura a sacrificare il senso logico della
vicenda.
Uno degli aspetti tipici del teatro plautino è la tendenza a sottolineare il carattere fittizio per
trarne effetti comici. Plauto, anche se molto lontano dal proporsi come obiettivo l’immedesimazione del pubblico nell’azione drammatica, ama ‘’smascherare’’ la finzione teatrale per richiamare gli spettatori alla consapevolezza di star partecipando, insieme all’autore, a un gioco che li dovrebbe divertire e far ridere.
Una forma di rottura dell’illusione scenica molto sfruttata da Plauto è il cosiddetto ‘’meta teatro’’ o ‘’teatro nel teatro’’, il teatro che rappresenta se stesso e parla di se stesso.
Degli esempi li abbiamo anche nel Miles Gloriosus: nel secondo atto, scena prima, ‘’Palestrione’’, qui il servo ci introduce l’opera narrando e recitando al contempo, promettendo di spiegare il titolo e l’argomento, descrivendo l’ambiente come voce esterna da narratore e avvertendo il pubblico che sta per iniziare la storia.
Ciò è una prova di come il teatro plautino sia inclusivo e coinvolgente con il pubblico, pur rimanendo estraniato dall’ambiente romano e , grazie alla sua abilità nell’uso di termini ricercati, causare ilarità.
Il Miles Gloriosus l’ho apprezzata molto, i personaggi sono ben definiti e unici, tutti loro, gli intrighi e dispetti compongono un quadro che ha come cornice il contesto greco dell’antica Efeso, il quale riesce perfettamente a culminare la commedia in una forma risultante tra la Grecia e Roma con uno sfondo colmo di ilarità. Ritengo sia utile anche guardare le rappresentazioni teatrali, con le quali mi sono aiutata molto sia per comprendere la trama molto complessa, ma anche per approfondire e visionare le scene.
Una riflessione personale nasce spontanea, però, nei miei pensieri. Dopo aver studiato l’autore e letto le sue commedie, capisco quanto lui tenesse alle rappresentazioni e al suo pubblico, cercando sempre di favorirlo , mettendolo a proprio agio e strappandogli una risata. Sono profondamente affascinata dalla sua storia, da come egli sia partito dal popolo a come anche dopo la sua morte, il suo nome continuasse a riempire i teatri a Roma e in tutto il territorio europeo, simbolo di grande talento e ispirazione per noi giovani.

Maria Anna Lo Piano, III I