L’anoressia

L’anoressia (dal greco “non-appetito”) si riferisce a situazioni di restrizione volontaria alimentare che portano a mantenere il peso corporeo a valori di oltre il 15% inferiori rispetto a quelli ritenuti normali per una persona di una determinata età e di una data altezza.

Nonostante il dimagrimento chi soffre di anoressia è costantemente preoccupato per il proprio peso e aspetto corporeo e non riesce ad accettare di ingrassare anche di pochi chili.

Se non diagnosticata e curata per tempo, la malattia può portare a stati di malnutrizione così estremi da risultare pericolosi per la vita e da richiedere il ricovero ospedaliero con alimentazione forzata.

Il termine è spesso usato come sinonimo di anoressia nervosa ma in realtà esistono molteplici cause di una diminuzione dell’appetito, alcune delle quali potrebbero risultare innocue, mentre altre sono indice di una grave condizione clinica o comportano un rischio significativo.

Secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, in Italia questi disturbi colpiscono ogni anno 8.500 persone.

Otto-nove donne su 100.000 si ammalano di anoressia.

La fascia compresa tra i 15 e i 19 anni è quella più a rischio, ma negli ultimi anni l’età in cui compaiono i primi disturbi si sta abbassando. Sono sempre più numerosi casi di bambini che soffrono di anoressia già intorno agli 8-9 anni ma anche i casi che riguardano gli adulti over 40.

I tempi di recupero sono lunghi nell’anoressia nervosa, dopo 2-4 anni i sintomi sono scomparsi o attenuati nel 20-30% dei casi, e dopo 8 o più anni nel 70-80% dei casi.

SINTOMI
Il sintomo più evidente, fin dall’esordio dell’anoressia, è sicuramente il calo di peso. Spesso l’esordio dell’anoressia nervosa è preceduto da una dieta per cui l’iniziale perdita di peso può essere vista, anche da parenti e familiari, in termini non preoccupanti.

In questa prima fase dell’anoressia detta luna di miele la paziente può sperimentare un particolare stato di euforia, un senso di benessere e di onnipotenza. La malattia sembra la soluzione a tutti i problemi. La paziente si sente piena di energia e in grado di affrontare qualsiasi difficoltà. Col passare del tempo i sintomi dell’anoressia diventano sempre più invalidanti e iniziano ad abbracciare significativamente tutta la vita della paziente. Ad essere intaccata non è solamente la sfera psicologica personale, ma anche quella socio-relazionale e comportamentale. Con l’aggravarsi del disturbo il controllo sull’alimentazione si fa più rigido, si riduce sempre più la quantità di calorie ingerita e la paziente si sente quasi costretta ad occupare gran parte della sua giornata facendo movimento (come camminare quotidianamente per molti chilometri).
I sintomi dell’anoressia possono essere diversi, si distinguono tra sintomi emotivi e comportamentali e sintomi fisici.

I principali sintomi emotivi sono :

  • paura ossessiva di ingrassare
  • restrizione alimentare
  • esercizio fisico eccessivo e compulsivo
  • disturbi nella relazione con il proprio corpo
  • bassa autostima
  • pensiero rigido
  • deficit nel riconoscimento delle emozioni
  • deficit cognitivi

I sintomi fisici sono invece:

  • riduzione della pressione arteriosa
  • rallentamento della frequenza cardiaca (bradicardia)
  • amenorrea (assenza del ciclo mestruale)
  • osteopenia/osteoporosi
  • ritardi /compromissione della crescita
  • cute ed annessi fragili e sottili
  • problemi ematologici (anemia, leucopenia, etc).
  • debolezza muscolare con riduzione della massa magra
  • problemi a carico dei reni
  • alterazioni livelli di sodio, magnesio, potassio, calcio, ferro e fosforo
  • problemi gastrointestinali (difficoltà digestive, stipsi, rallentato svuotamento gastrico, etc)
  • crescita di peli (lanugo) su tutto il corpo (ipertricosi)
  • sensazione di freddo
  • riduzione della temperatura corporea
  • unghie fragili
  • disfunzioni ormonali (ipotiroidismo, ridotto funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, etc)

CAUSE
I disturbi alimentari sono malattie complesse, frutto dell’interazione tra fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici. Si può però dire che, oltre ad una familiarità (i disordini alimentari si manifestano con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, soprattutto se si tratta della madre), i comportamenti anoressici, così come quelli bulimici, sono scatenati da:

  • influenza negativa da parte di altre componenti familiari e sociali
  • sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa
  • sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica

La caratteristica comune ai disturbi dell’alimentazione è una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica e del proprio peso e una necessità di stabilire un controllo totale su di esso. Per alcune persone questa “mania del controllo” si trasforma in una tendenza autodistruttiva che conduce, per l’appunto, ad alterare il proprio comportamento alimentare o, anche, ad abusare di alcol o droghe.

L’anoressia, come la bulimia, può anche essere causata da situazioni particolarmente traumatiche, come ad esempio:

  • violenze sessuali
  • drammi familiari
  • comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne
  • difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia.

Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi.

CURA
La guarigione dall’anoressia richiede un arco di tempo lungo e la persone colpita deve voler stare meglio e deve avere il supporto di familiari e amici, queste cose sono molto importanti per il successo della terapia.

Se il disturbo è molto grave il trattamento viene fatto presso centri specializzati che controllano sia la salute del corpo sia la salute mentale.

I vari trattamenti da poter utilizzare sono:

  • terapia cognitivo-comportamentale (affronta la psicopatologia del disturbo alimentare e usa strategie e strumenti per modificare comportamenti problematici e riduce il bisogno di magrezza)
  • psicoterapia interpersonale (consente di affrontare le difficoltà nei rapporti sociali che sono alla base del disturbo)
  • counselling nutrizionale (terapia che aiuta a seguire un’alimentazione adeguata alla persona)
  • terapia familiare (coinvolge i membri della famiglia su come sono entrati i disturbi alimentari nella loro vita e sulle loro relazioni)
  • farmaci

La cosa più consigliabile è utilizzare un trattamento psicoterapeutico insieme ad un percorso nutrizionale fatto da un esperto.

Alina Lorenzini
Lucrezia Simoncelli
Matilde Vitozzi
Melissa Pizzuti