Lettera di una studentessa a Patrizio Bianchi

Egregio Sig. Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi,
sono Maria Anna Lo Piano, una studentessa del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania. Spero che io non stia occupando il suo tempo prezioso con questa lettera, ma sarei lieta se leggesse quanto le scrivo. Avrei alcune proposte da esporLe in merito al sistema scolastico italiano.
I tempi che stiamo vivendo sono sicuramente complicati, i partiti crollano e la gente continua a spegnersi in giro per l’Italia, per colpa di un mostro invisibile e pauroso. Già subito dopo la sua nomina a Ministro dell’Istruzione, ha parlato di un cambiamento della scuola.
In una scuola italiana si studiano tra le nove e le dieci materie, facendo eccezione per alcuni istituti. Molte di queste materie potrebbero essere affiancate da altre materie utili nella nostra vita di tutti i giorni, nulla togliendo alla fisica, alla filosofia e a tutte le altre materie fondamentali per la formazione, ma incomplete.
Del resto, la prossima classe dirigente sarà la generazione Z, generazione che sta trascorrendo “i migliori anni della vita” chiusi in casa davanti al computer, affrontando tutti i giorni la stessa routine”, ma non posso darle la colpa di una pandemia globale, no?
Torniamo alle mie proposte, potrebbero aggiungersi dei laboratori pomeridiani alle sei ore canoniche di scuola, dove i ragazzi sono liberi di scegliere tra una serie di attività obbligatorie che possono essere utili nella vita di tutti i giorni, quali: economia, gestione delle finanze, diritto, laboratori di attualità, giornalismo o public speech, per non parlare dello sport. Già in molti sistemi scolastici del mondo, le attività sportive sono offerte dalla scuola. Questo non soltanto accrescerebbe la formazione degli studenti, che subito dopo la quinta superiore, se non prima, si trovano ad affrontare problemi da adulti, ma farebbe diventare la scuola un posto sicuro anche per chi ha difficoltà a casa.

Per non parlare di tutti i vantaggi che ci sarebbero sulla motivazione scolastica. Molti ragazzi dopo viaggi di studio all’estero, raccontano come il sistema scolatisco del paese ospitante invoglia lo studente a tornare a scuola e a prendere buoni voti, perché solo con una media alta si può partecipare ai laboratori e agli sport pomeridiani. Così si accresce quella motivazione che invece negli studenti italiani muore, confinati, come siamo, in un sistema vecchio sotto molti punti di vista. Ad esempio, per il sistema di valutazione, su cui è incentrata la carriera scolastica di uno studente e per le lingue che si studiano poco.
Ministro, non prenda queste mie parole come una critica, non è questa la mia intenzione.
Potrei giustificarmi dicendo che sono un adolescente: sa che quando si è giovani, si è impulsivi, dinamici e propositivi, pieni di voglia di fare, di cambiare e di essere motivati, ma non è il mio caso. Sogno, un giorno, di cambiare il sistema scolastico italiano, spero che Lei, come ha promesso, pensi agli studenti, perché è davvero difficile trovare la speranza in tempi così tristi. Le chiedo di riflettere su questa lettera, sarebbe carino anche confrontarsi pubblicamente con noi studenti. “Essere ascoltati e ascoltare”, sarebbe un bel nome per un progetto nazionale con gli studenti, che ne pensa?
Distinti saluti,

Catania, 5 marzo 2021
Maria Anna Lo Piano