Re Laurino: l’enrosadira e vendetta

L’Italia è un Paese colmo di storia e di arte. Le leggende e i misteri che l’avvolgono affascinano le persone da tutto il mondo. Uno dei fenomeni più sorprendenti è quello dell’enrosadira, ovvero il momento in cui le Dolomiti si tingono di rosa durante l’alba e il tramonto. La leggenda del Re Laurino, il mitologico sovrano delle popolazioni Ladine, illustra come sia nato questo fenomeno.

Si narra che, nascosto nella catena montuosa del Catinaccio, vi fosse un giardino di rose, detto anche Gartl. Il proprietario era Laurino, al comando di un popolo di nani che scavava nelle viscere dei monti, alla ricerca di cristalli, argento e oro. Il sovrano possedeva anche due armi magiche: una cintura che gli forniva la forza di dodici uomini e una cappa in grado di renderlo invisibile.

Un giorno il re dell’Adige decise di dare in sposa sua figlia, Similde. Invitò tutti i nobili locali a una gita di maggio, tranne Re Laurino. Quest’ultimo decise di partecipare in incognito e, durante un torneo cavalleresco, i suoi occhi si posarono su Similde. Si innamorò di lei, abbandonò il campo e la rapì. Tutti i nobili iniziarono a inseguirlo. Hartwig, promesso sposo della principessa, radunò i suoi guerrieri e salì sul Catinaccio con l’appoggio del re dei Goti. Re Laurino, ormai assediato, indossò la cintura e affrontò gli invasori. Nonostante la sua immensa forza, capì che non poteva battere tutti quegli uomini e decise di rendersi invisibile grazie alla cappa, saltellando da una parte all’altra del giardino di rose. I cavalieri lo individuarono osservando il movimento delle piante e, dopo averlo catturato, tagliarono la sua cintura magica e lo fecero prigioniero.

Laurino, adirato per la sua malasorte, si voltò verso il giardino che lo aveva tradito e gli lanciò una maledizione. Nessuno avrebbe potuto ammirarlo, né di giorno né di notte. Si dimenticò, però, di menzionare il momento di transizione tra giorno e notte. Da allora il Catinaccio al tramonto e all’alba si tinge di rosa, il colore del giardino magico.

di Giulia Di Paolo