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8 marzo, Giornata internazionale della donna: tanto è stato fatto ma tanto c’è da fare

L’8 marzo è una data che ogni anno porta con sé numerose riflessioni. L’8 marzo è un ripercorrere tutte le conquiste raggiunte, ma anche un riflettere sulla situazione attuale, sui problemi e le criticità presenti ancora oggi nella società, non solo occidentale. È un ragionare sulla condizione e sull’errata percezione della donna che permane tuttora in molte persone, nonostante la progressiva emancipazione. Donne viste ancora come oggetto, come proprietà, come trofeo o addirittura come minaccia. E quindi l’obiettivo è proprio quello di sradicare una mentalità così permeata e diffusa, a partire anche e proprio da quando si è piccoli.

Ma l’8 marzo è anche una data in cui opinionisti, giornalisti, studiosi di statistica, decidono di risvegliarsi all’improvviso, iniziando a tirare fuori numeri, dati, modelli, percentuali, senza interrogarsi sulle reali motivazioni storiche e contemporanee che si celano dietro una ricorrenza così importante come la Giornata internazionale della donna. C’è chi fa notare come in politica ci siano pochissime donne, chi continua ostinatamente a chiedere come mai non esiste anche una giornata dell’uomo, chi afferma che non ci sono più le femministe di una volta. Questa ricorrenza trascina con sé, però, un significato molto più grande, racchiuso nei più di 100 anni di storia che ci separano dalle prime azioni che hanno poi portato a celebrarla ogni anno: più di 100 anni (la prima celebrazione, seppur non l’8 marzo, ci fu nel 1909) in cui le motivazioni di questa giornata sono sicuramente cambiate, ma non lo sono l’intensità, la potenza e l’attualità del messaggio lanciato da quelle donne che manifestarono per i loro diritti. Alcuni di questi diritti sono stati conquistati, e anche il raggio d’azione si è fortunatamente allungato: dal concentrarsi solo su donne bianche perlopiù borghesi, oggi l’8 marzo rappresenta, o dovrebbe rappresentare, una giornata dedicata a tutte le donne, intersezionale. C’è, però, ancora molto da fare.

La donna porta con sé esperienze e vissuti che si imprimono nella persona, come un linguaggio scritto sul corpo, un codice segreto. E questo codice segreto è stato decifrato nel progetto “Scritto sul corpo”, una riflessione sull’essenza e sul ruolo della donna, realizzato dal Polo Liceale Mattioli a partire dallo scorso 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere.

Dalle riflessioni degli studenti, nate dalle impressioni generate dalle tele di Guerino Taresco, si evince tutta la poliedricità e il polimorfismo della figura della donna. Donna guerriera, donna sola, donna forte, donna annoiata, donna invidiosa, donna sconosciuta, esperienze e frammenti di vita fermate prima su tela e poi su carta, a voler tracciare una testimonianza tangibile dell’essere donna. Dalla visione delle tele emergono storie, figure e personaggi contraddittori, caratteri complementari e dualistici, tutti però alla ricerca di una propria autodeterminazione e consapevolezza del proprio essere e della propria interiorità, donne costrette a fronteggiarsi con un mondo ingiusto e pieno di ostacoli, essendo costruito a misura d’uomo, in cui però ciascuna vuole trovare il proprio posto e il proprio equilibrio.

L’8 marzo è la Giornata internazionale della donna ma c’è forse inconsapevolmente un motivo per cui è chiamata impropriamente da tutti Festa della donna. È sì una riflessione sul passato, sul presente e sul futuro, ma anche una celebrazione del processo di emancipazione della donna e dell’essere donna stesso, una rivendicazione per le donne di ciò che sono, di ciò che rappresentano e di chi e cosa possono e potranno rappresentare.

Per le riflessioni degli studenti

https://www.gueroartlab.com/it/blogs/30-scritto-sul-corpo

 

Simone Di Minni