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A COLONIA LA NUOVA “PIZZERIA MAFIOSI”, UN’ ULTERIORE BEFFA PER LE FAMIGLIE DELLE VITTIME

Colonia, Germania. Nella via Am Rondorfer Pfad 18 ha recentemente aperto la “Pizzeria Mafiosi”, il cui logo non è che il Padrino e nel menù vi è un’ampia scelta di pizze che richiamano Cosa Nostra: la Pizza Riina per chi ama il piccante, la Pizza Cosa Nostra per chi adora la freschezza dei pomodori. 

Molti si stupiranno dell’insensibilità di chi, per lucrare, calunnia e sbeffeggia le vittime e le famiglie delle vittime colpite dalla mafia. In realtà, bisognerebbe farsi una breve vacanza in Germania per capire quanto sia diffuso il fenomeno di chiamare le pizzerie con nomi che ricordano associazioni mafiose: a Francoforte, tempo fa, aveva aperto la pizzeria “Falcone e Borsellino”. Il proprietario l’aveva arredata con uno stile alquanto ambiguo, accostando le foto dei giudici a Marlon Brando nei panni di  don Vito Corleone ed arredando le pareti con immagini di buchi di proiettili.

Era evidente che non si trattasse di un omaggio, anzi. Una provocazione a scopo di lucro ma anche una grave violazione della memoria di vittime innocenti che ha indotto Maria Falcone, la sorella del giudice Giovanni Falcone, a sporgere denuncia contro il proprietario Costantin Ulbrich. Il ricorso fu respinto perché “il giudice ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria”. In breve, quasi nessuno in Germania conosce attualmente Falcone o Borsellino. Comunque, alla fine il proprietario decise di cambiare il nome alla pizzeria. 

Ciononostante, esistono ancora la Pizzeria Cosa Nostra a Muhlheim an de Ruhr, la Pizza Mafia a Triev e la Mafia Pizza ad Hannover, e l’ambigua MAFIAoZA’S a Franklin. Secondo l’associazione tedesca Mafia Nein Danke i ristoratori, perlopiù tedeschi, pensano di promuovere la propria attività e quindi, essendo in gran numero, è difficile essere efficaci boicottando. L’unico tentativo è sensibilizzare. 

Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia, commenta così la pizzeria ad Adnkronos: “La ‘Pizza Riina’? Mi sembra così grottesco. A quanto pare manca la pizza o la birra Hitler, o quella di Pol Pot e possiamo fare la pizzeria dell’orrore… Proponiamo a questo punto la birra Himmler o Goring e vediamo se i tedeschi gradiscono, quando ad agosto torneranno ad essere turisti in Italia, trovarsi questi ‘modelli’ o ‘miti’ come se fossero positivi…”. 

Spiega invece Cristina Giordano, giornalista freelance residente in Germania: “Non è una novità, ma sorprende sempre trovare in Germania ristoranti e pizzerie che usano ancora la mafia come elemento folkloristico. Qui la mafia è ancora troppo spesso percepita come fatto ‘di colore’, o ‘cinematografico’. Nell’immaginario collettivo di chi si affida a queste folli scelte di marketing, sembra prevalere il volto di Marlon Brando ne ‘Il padrino’ che i sei corpi uccisi nella strage di Duisburg”.

Le parole dure del presidente e della giornalista mostrano una triste verità: in Italia non ci sono locali con nomi simili perché la scelta sarebbe pubblicamente denunciata. Altrove, dove è meno forte la consapevolezza di cos’è il fenomeno mafioso, attività commerciali di questo genere ci sono e continuano ad aprirne. Così come sono ‘duri a morire’ gli stereotipi. Spostandoci dalla Germania, atterriamo in Corea del Sud: anche se qui la strumentalizzazione del nome mafioso è sgradita, il concetto di mafia è strettamente legato a quello di Italia, anzi, la prima parola dopo “Pizza” che viene associata all’Italia è proprio “Mafia”. 

Dunque un affronto non solo a chi ha sacrificato la propria vita per combattere la mafia o a chiunque altro l’abbia persa a causa della violenza delle mafie, ma anche all’Italia stessa che, tra tutte le bellezze simboliche, culinarie, artistiche, paesaggistiche di cui è ricca, viene ridotta al fenomeno più degradante, senza guardare oltre. 

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