I Neo-Musical: un nuovo orizzonte del teatro

Accanto all’opera si trova il fratello statunitense, il musical. Si potrebbe pensare che il musical sia passato in secondo piano nell’era di Youtube, Netflix, e altri servizi streaming che offrono mezzi istantanei di intrattenimento, ma non è il caso. Anzi, se nel 1984 7.25 milioni di persone hanno assistito a produzioni di Broadway, nel 2019 sono diventati spettatori 14.77 milioni (https://www.broadwayleague.com/research/statistics-broadway-nyc/). Il musical è riuscito ad adattarsi ai desideri di un paese che non più si soddisfa dei classici Cenerentola o My Fair Lady, se non per un nostalgico sguardo nel passato, che presentano valori e storie esauste nel ventunesimo secolo, sopratutto per un audience giovane o liberale.

Da queste necessità è emerso per eccellenza il musical che ha unito la politica moderna con la storia, il rap con questa classica forma di rappresentazione, il palco con un cast diversificato e multietnico tradizionalmente nascosto dietro le quinte: Hamilton di Lin Manuel Miranda. Il musical racconta della vita di Alexander Hamilton, primo segretario del tesoro Americano e padre fondatore in 46 canzoni di generi assolutamente moderni: rap, hiphop, pop, rappresenta personaggi con desideri e caratterizzazioni alquanto contemporanei, sempre riuscendo ad illustrare il tempo rivoluzionario e passato in cui si trovavano davvero. Hamilton, e altri musical del genere come Heathers o Dear Evan Hansen, ha salvato un tipo di rappresentazione che poteva morire per mano dell’obsoleto e del conservatore, ma ha introdotto una nuova generazione al teatro sempre includendo qualsiasi spettatore aperto ad una storia coinvolgente ma narrata in un modo diverso, nuovo.

Aiutano ad aumentare la popolarità di questi neo-musical i social media, dove si sviluppano persino fandom intorno una produzione. Per Hamilton si trovano svariate animazioni delle canzoni su Youtube, disegnati da fan talentuosi e dedicati, ma anche fanfiction, remix o semplici Tweet che aiutano a diffondere il musical, così che altre persone si interessano e diventano partecipi. Una comunità del genere per i classici di Roger & Hammerstein non si trova, gli spettatori possono essere coinvolti nel momento ma i musical moderni offrono una profondità psicologica e una durevole partecipazione emotiva che rappresentazioni passate degli anni quaranta non riescono ad ottenere nel nuovo mondo.

Emma Colazingari