Met Gala, tra arte e opulenza

“Fashion’s biggest night out”, così viene definito il Met gala, l’evento di maggior interesse per ogni appassionato di moda: celebrità di ogni genere sfoggiano abiti dei più grandi marchi, attenendosi ad un tema ben stabilito, e che, ovviamente, hanno come obiettivo l’essere il più appariscente possibile. Conosciuto formalmente come Costume Institute Gala, è un gala di beneficenza all’insegna della moda, che ha luogo in una location alquanto suggestiva: il Metropolitan Museum di New York. Ogni anno per l’evento viene scelto come tema quello della mostra dell’anno del Costume Institute, e segna l’apertura di quest’ultima, che continua poi per diversi mesi dopo l’evento, ad esempio la mostra del 2014 si svolse dall’otto maggio al dieci agosto. Venne fondato nel 1948 da Eleanor Lambert, per raccogliere fondi per il Costume Institute da poco fondato e per segnare l’apertura della mostra annuale. Il primo galà si trattava di una cena, e i biglietti vennero venduti a cinquanta dollari l’uno.

Durante i suoi primi decenni fu solo un galà per le diverse istituzioni di beneficenza di New York, e le persone che ne presero parte erano principalmente membri dell’alta società newyorkese e dell’industria della moda. Ci fu una svolta nella sua storia con Diana Vreeland. Quando divenne consulente del Costume Institute nel 1972 il galà assunse caratteri più glamour e affascinanti, e divenne sempre più orientato verso le celebrità, quando furono presenti all’evento personalità di spicco come Elizabeth Taylor, Andy Warhol, Elton John, Liza Minnelli e Cher. Grazie a Diana Vreeland il galà iniziò ad essere tenuto nel Metropolitan Museum, e vennero introdotti i temi. Con Anna Wintour, redattore capo di Vogue e organizzatrice del gala dal 1995, il Met Gala ha assunto una crescente attenzione mediatica, soprattutto per gli invitati: celebrità estremamente influenti nel mondo della moda, della musica e dell’intrattenimento.

Ovviamente con il tempo i biglietti per la serata sono arrivati a prezzi esorbitanti: nel 2014 un biglietto per una persona non nella guest list era venduto al prezzo di trentamila dollari. Il red carpet della serata è ovviamente il momento più importante di tutto l’evento: le celebrità sfilano sul famoso tappeto rosso sfoggiando gli abiti delle case di moda più rinomate: da Gucci a Valentino, è una vera a propria gara all’abito più appariscente e d’impatto. Gli abiti della serata, fotografati, criticati ed emulati, sono essenziali per gli stilisti e per gli invitati, per mostrare il proprio talento, ed ottenere sempre più attenzione mediatica. Ovviamente però, quando si parla di eventi così importanti, è inevitabile incappare in diverse controversie. Nel 2009, le modelle Naomi Campbell e Stephanie Seymour decisero di non presentarsi all’evento, per mostrare il loro supporto verso Azzedine Alaia. Infatti lo stilista, dopo aver scoperto che nessun suo capo sarebbe stato presente alla mostra, chiese alle modelle di non indossare i suoi abiti durante la serata, e quest’ultime decisero di non partecipare al gala. Inoltre criticò apertamente Anna Wintour, affermando che aveva “too much power over this museum.” (troppo potere sul museo, fonte: on the runway blog). Nel 2015 il tema “China, Through the Looking Glass”, precedentemente chiamato “Chinese Whispers: Tales of the East in Art, Film and Fashion” sollevò diverse polemiche dai critici, che definirono il tema scelto “A reminder of the subtle institutionalised racism that’s been compounded by centuries of Asian isolationism across the board, and enduring Western stereotypes exacerbated by ignorance and the meme-able nature of social media.” (un promemoria del razzismo istituzionalizzato che è stato aggravato da secoli di isolazionismo asiatico, e da persistenti stereotipi occidentali esacerbati dall’ignoranza e dalla natura meme-able dei social media; fonte: Complex AU).

Nel 2016 Madonna si ritrovò coinvolta in una controversia riguardante il suo abito. Infatti la cantante sfoggiò sul red carpet un abito firmato Givenchy, creato per la star dal direttore creativo Riccardo Tisci, che lasciava scoperto il suo seno. L’abito appariscente fece nascere diverse critiche, alle quali la star rispose così: “We have fought and continue to fight for civil rights and gay rights around the world. When it comes to women’s rights we are still in the dark ages. My dress at the Met Ball was a political statement as well as a fashion statement” (abbiamo combattuto e continuiamo a lottare per i diritti civili e per i diritti degli omosessuali in tutto il mondo. Quando si tratta dei diritti delle donne ci troviamo ancora nell’età oscura. Il mio vestito per il Met Ball era una dichiarazione politica e di stile; fonte: NewsComAu). Nel 2018 il tema era riguardante la chiesa cattolica, e la cantante Rihanna si presentò con una mitra papale. Questa scelta sollevò l’indignazione di diverse persone, che la definirono una blasfemia ed un “cosplay sacrilego”, nonostante la chiesa cattolica avesse concesso in prestito quaranta vesti papali dal vaticano (fonte: People, The New Yorker). Nonostante critiche e controversie, il Met Gala rimane una vera e propria istituzione per il mondo della moda, e anch’esso è una mostra di opere d’arte, con il potere di rendere il legame tra arte e moda ancora più stretto.

Maria Vittoria Rencricca