Nuove proposte sulla cannabis: pro e contro

Ci spiega Marco Cappato, dei Radicali Italiani «C’è un dato positivo: per la prima volta un
dibattito sul tema “legalizzazione” è stato portato in un contesto istituzionale, anche se non
ci sono ancora delle garanzie per una approvazione definitiva e in tempi rapidi».
Al momento c’è una proposta di legge sottoscritta da 218 deputati, che coinvolge tutti gli
schieramenti politici. Sono stati presentati ben 1700 emendamenti, cioè proposte di
modifiche al testo, portati del partito centrista di Area Popolare: un modo per impedirne
l’approvazione.

Secondo la proposta di legge, i maggiorenni potranno detenere una modica quantità di
cannabis per uso ricreativo o per fini terapeutici: 15 grammi in casa, 5 grammi fuori casa.
Divieto assoluto invece per i minorenni. In arrivo, poi, i Cannabis social club: agli over 18
residenti in Italia sarà consentita la coltivazione in forma associata in enti senza fini di lucro
(fino a 50 membri). Per quanto riguarda la vendita: previa autorizzazione si potrà coltivarla e
lavorarla e la vendita al dettaglio avverrà in negozi dedicati, forniti di licenza dei Monopoli.
Vietate importazione ed esportazione. Ci saranno divieti di fumo in tutti i luoghi pubblici e di
guida se in stato di alterazione.

L’ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone ha spiegato di
essere favorevole a una ‘legalizzazione intelligente’: «Una legalizzazione intelligente può
evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità.
Le droghe leggere rappresentano introiti insignificanti per la mafia, e credo che le droghe
pesanti che rendono soldi non si potranno mai legalizzare».
Il tema comunque divide gli schieramenti politici: il progetto di legge è firmato da esponenti
Pd, M5s, Sel, Misto ma anche Fi e Scelta Civica. Nessuno sostegno al momento della Lega.

Pro:
Innanzi tutto il non legalizzarla avvantaggia la criminalità organizzata e danneggia un settore
industriale che potrebbe diventare un volano per la nostra economia, già in grave difficoltà
per via della pandemia.
La cannabis, oltre alla virtuosa filiera industriale, è una pianta che ha un’immensa capacità
di catturare CO2 e bonificare terreni inquinati ed è un prodotto particolarmente efficace in
ambito sanitario. La marijuana previene le convulsioni, è un rilassante naturale e ha
proprietà antispasmodiche . Infatti grazie ai suoi principi attivi e alle sostanze che sono
contenute all’interno di questo prodotto, i muscoli si rilassano e gli spasmi semplicemente
tendono a non presentarsi, o a farlo in misura più contenuta.
Inoltre l’Onu ha cancellato la cannabis dall’elenco delle sostanze stupefacenti per le sue
proprietà curative e, legalizzandola, sarebbero circa 10 miliardi di euro all’anno che lo Stato
sottrarrebbe al circuito malavitoso e che potrebbe investire in sanità, istruzione,
infrastrutture.
In fine secondo i ricercatori, il consumo di marijuana tra gli adolescenti statunitensi è
diminuito, a causa della crescente tendenza dell’uso di marijuana tra le popolazioni adulte a
seguito della legalizzazione della marijuana in più stati degli Stati Uniti.

Contro:
Non legalizzando la cannabis si andrebbe a creare una società sensibile e consapevole dei
rischi derivanti dall’uso di sostanze e che può condizionare ed influenzare positivamente gli
ambienti famigliari che sono il primo luogo ove si possono interiorizzare comportamenti di
salute e stili di vita sani. L’importanza di questo gruppo primario nei processi educativi ed il
rispetto conseguente
delle regole viene analizzata fin dall’inizio del XX secolo nell’ambito delle scienze sociali e
psicologiche.
La cannabis, è una sostanza psicodislettica, che produce fenomeni di alterazione della
mente, che alterano la percezione dello spazio-tempo.
Se si legalizza la cannabis, avremmo un mercato legale per i maggiorenni, uno illegale per i
minorenni e non ci sarebbe nessuna soluzione.
Legalizzare la cannabis non consente di controllare la percentuale di THC
nelle piante di cannabis autocoltivate.
Non regge neanche il tema delle carceri piene: è vero che sono piene di persone che
c’entrano con la droga, ma non perché solo consumatori. Bensì per reati connessi alla
somministrazione di droghe, comprese rapine, violenze, aggressioni, furti di appartamento.

Carolina Fimannò