Un giorno senza uomini, per uscire a riveder le stelle

Qualche giorno fa, quasi più vinta dal sonno che dal reale interesse in quello che stavo facendo, scorrevo apaticamente la home di Instagram.

Tra post di diversi argomenti è comparso un video di una ragazza che aveva posto ai suoi followers una domanda e ne stava condividendo le risposte. Il quesito era questo: “domanda per le donne: cosa fareste se gli uomini non esistessero per un giorno?”. Una domanda assurda, di quelle da cui ti aspetti una risposta che termina con una faccina che ride o un “ahahah” divertito. Ma non è stato così.

Le risposte erano quasi tutte uguali:
“Farei tardi con le mie amiche e tornerei a casa da sola”.
“In una serata d’estate andrei in giro con il mio vestito preferito, senza avere paura che sia troppo corto o troppo provocante da causare la violenza di qualcuno”.
“Andrei sulla spiaggia a fare il bagno a mezzanotte, senza paura”.
“Uscirei alle due di notte, andrei in un posto non disturbato nemmeno dalla luce di un lampione, e mi sdraierei a terra a guardare le stelle, e se sentissi dei passi probabilmente non fuggirei ma farei spazio vicino a me perché il cielo è abbastanza grande per essere guardato in due”.

E così a decine. Il sentimento che si accende in una donna al pensiero di un uomo non è la protezione di un padre, l’amore di un fidanzato o l’aiuto di un fratello, è la paura di incontrarlo di sera. Uomini, volete davvero che siano questi mostri a rappresentarvi?

Oggi è 8 marzo, il giorno della famosa “festa della donna”, espressione che ho sempre sentito fin da piccola e che anch’io ho assunto per corretta. Oggi però sono andata a controllare: oggi è la “giornata internazionale dei diritti della donna”. I fiori ci piacciono, la mimosa ha un profumo delizioso e ricevere attenzioni è sempre una cosa piacevole, ma non vogliamo essere festeggiate.

Vogliamo avere il diritto di essere assunte nel lavoro che ci piace perché lo facciamo bene, di essere pagate in base alle nostre capacità, di avere una famiglia e un lavoro contemporaneamente, di poterci amare e curare senza sentirci in colpa. E vogliamo il diritto, perché no, di vedere le stelle perché non è colpa nostra se il cielo alle due di notte è così bello da non poterne fare a meno.

Sofia Franceschetti, IV S, classico