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UNA VITA IN CAMPO, UNA MACCHINA DA GOAL: CHIARA PORCARO, UNA VERA PUNTA DI DIAMANTE

Chiara Porcaro, classe 2000, passione e dedizione sono le sue parole chiave. Nell’intervista ci racconta la sua vita calcistica, le sue emozioni e le soddisfazioni che le ha portato il calcio. Il calcio è un vero e proprio pezzo di cuore.

A che età hai iniziato a giocare a calcio?

“Ho iniziato a giocare a calcio a 13 anni, ho sempre giocato nel Tabiago perché mi sono sempre trovata bene con la squadra”.

Descrivi il calcio con tre parole 

“Passione, dedizione e divertimento”.

Qual è stata la partita che ti ha dato più emozioni?

“La partita che mi ha dato più emozioni è stata il ritorno dei play out perché ho fatto tripletta, abbiamo vinto e siamo rimaste in categoria. È stata una partita emozionante per tutta la squadra perché abbiamo lottato insieme e questo ci ha unite molto”.

C’è una persona in particolare che ha sempre creduto in te nel calcio e che ti dà la forza di dare sempre il meglio?

“Mia mamma perché mi segue da sempre, mi dà la carica giusta prima di una partita e mi aiuta a superare i momenti no”.

Cosa pensi prima di entrare in campo?

“Mi concentro cercando di svuotare i pensieri e penso a dare del mio meglio in campo”.

Porti con te un portafortuna o hai un’azione abituale che fai prima di una partita?

“Utilizzo sempre la stessa fascetta, è il mio portafortuna regalato da una persona importante”.

C’è una canzone in particolare che ascolti prima di una partita?

“Non c’è una canzone in particolare, ma ho sempre bisogno di ascoltare musica prima di una partita per darmi la carica giusta”.

In che ruolo giochi?

“Sono un’attaccante.”

Il tuo ruolo rispecchia anche le tue caratteristiche nella vita fuori dal campo?  Il tuo “io” nel campo combacia con l’io nella vita normale?

“In parte mi rispecchia, sono una persona che cerca di affrontare tutte le situazioni e non ha paura di buttarsi, tuttavia sono una persona molto riservata, in campo riesco a tirare fuori un mio lato che nella vita quotidiana rimane nascosto”.

Soddisfazione maggiore che ti ha dato il calcio fino ad oggi?

“La soddisfazione che si prova dopo una partita vinta, lottare insieme alle mie compagne e condividere con loro momenti belli e brutti”.

Che obiettivi ti sei posta quest’anno?

“Migliorarmi sempre di più cercando di essere sempre costante e continuare a divertirmi giocando come ho sempre fatto”.

Hai una frase o un motto che ti ripeti sempre nei momenti di “crollo”?

“Il lavoro ripaga sempre e quindi non mollare mai”.

Che squadra tifi?

“Inter”.

Hai un giocatore o una giocatrice preferito/a?

“Sì, mi piace molto Barella perché dà sempre il massimo e aiuta sempre la squadra, è il tipo di giocatore che aspiro a diventare perché ha una costanza incredibile e non molla mai”.

Cos’è il calcio per te?

“La maggior parte delle volte il calcio viene sottovalutato, non gli viene attribuito il suo reale significato. Il calcio per me è una passione, di conseguenza un divertimento che batte forte come i battiti del cuore. Oltre ad essere una passione è anche uno sfogo che mi fa dimenticare per un attimo i problemi della vita normale. Il campo diventa un’altra dimensione dove riesco ad essere me stessa in ogni azione. Il lavoro ripaga sempre e quindi non mollare mai, me lo ripeto sempre. La vita vive nel presente e ogni secondo deve essere sfruttato soprattutto in partita per raggiungere il miglior risultato. Lottare è fondamentale, mai lasciarsi andare. L’obiettivo è preciso e ben stabilito e ogni volta che va a buon fine ripaga ogni mio sacrificio. Undici persone in campo e undici cuori che battono, battono insieme nello stesso modo perché la squadra è una e ogni componente deve eseguire lo stesso gioco. Il goal è una liberazione, un obiettivo raggiunto per arrivare al risultato, la palla che come un fulmine si schianta dentro la rete, l’abbraccio soddisfatto delle mie compagne, non si placa mai la mia sete. In una parola sola? Calcio”.

Sofia Philar Casari, 3BCL