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“La ragazza con l’orecchino di perla”. Recensione di Christian Scavo

“La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier racconta  della giovane Griet, figlia di uno dei più importanti decoratori di piastrelle della Delft (Olanda) del XVII secolo . Una mattina, mentre è in cucina, riceve la visita di una coppia: una donna e un uomo dagli occhi grigi come il mare e un’espressione ferma sul volto, lungo e spigoloso. E’ il celebre pittore Vermeer alla ricerca di un’ inserviente per il suo studio/atelier, e la domestica che cerca sarà proprio Griet.
Il romanzo ci conduce con estrema accuratezza , là dove l’arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile e mi ha colpito molto il fatto che ci sia un rapporto
“strano”, ma avvincente tre la serva e l’artista , alimentato da piccoli sguardi, sospiri e frasi, a volte, pronunciate solo a metà.
Il libro è strutturato in capitoli, in ordine cronologico, in un tempo che va da 1664 al 1676.
Attraverso giochi di parole e azioni avvenute tra i protagonisti ,il romanzo ricostruisce i retroscena di uno dei dipinti più famosi al mondo, l’olio su tela di Jan Veermer: “Ragazza con il turbante” del 1665, conosciuta anche come “Ragazza con l’orecchino di perla”. Non si conosce l’identità della ragazza dipinta , ma l’autrice del libro cerca di immaginarla e di fare una sorta di identikit di quella che è diventata la protagonista della suaopera.
Il romanzo mi è piaciuto molto, sopratutto perché il racconto riesce a tramettere l’idea di bellezza che il pittore ha. Secondo me, Vermeer va oltre i pregiudizi delle classi sociali e riesce a carpire la bellezza dalla donna in sè. Ho anche apprezzato il contesto storico e sociale in cui si collocano i personaggi: gli usi e i costumi della società di una piccola cittadina olandese. Sopratutto gli usi di una ragazza come Griet che lavora per una delle famiglie più importanti della città, che si relaziona sia con gente di un ceto alto sia con i più comuni commercianti e individui della città.
Reputo questo libro molto avvincente, ma non nego che ci sono alcune cose che non mi sono piaciute. Ho apprezzato molto lo stile semplice e scorrevole ed è una lettura adatta a tutti, ma il contenuto è un po’ carente. Ho ritenuto superfluo l’ultimo capitolo, in cui, dal mio punto di vista, i fatti raccontati, sono un po’ sconnessi e un po’ privi di senso logico.
Il mio voto da 1-5 stelle è 3.5.

Testo e foto di

Christian Scavo, III C