Pandemia e danni nel gioco legale

Sono stati e sono numerosi gli effetti drastici causati dal Coronavirus. Basti pensare a tutti i lavoratori dipendenti, alcuni di essi hanno ricominciato a lavorare, altri purtroppo ancora no.

E’ il caso dei dipendenti del settore del gioco legale, fermi da quasi un anno. Alcuni di loro hanno deciso circa un mese fa di scendere in piazza “per non morire”. Può sembrare esagerata la motivazione, ma non lo è, perché dietro al singolo dipendente, in moltissimi casi, c’è una famiglia intera e non è semplice andare avanti, soprattutto nel momento in cui lo Stato dovrebbe fornirti un aiuto, in quanto fa parte del proprio dovere, ma non lo fa a sufficienza. Parlo della cassa integrazione, è quell’ammortizzatore sociale, che prevede il versamento da parte dell’INPS, di una somma di denaro a favore dei lavoratori in condizioni di instabilità economica. La cosa assurda è che c’è gente che ancora aspetta la cassa integrazione del mese di dicembre. La chiusura di attività come: sale scommesse, sale slot, sale bingo, è stata ordinata per la prima volta attraverso il Dpcm dell’8 marzo 2020; la loro riapertura, invece, viene continuamente posticipata. Infatti si pensava di riaprire i primi giorni di marzo, ma non è stato così.
Al momento, sono a rischio moltissimi posti di lavoro e molti gli addetti del settore hanno lanciato numerosi appelli, contro le restrizioni prese. Inoltre, con il crollo del gioco fisico è in crescita il gioco online, proprio perché, le abitudini delle persone continuano, ma nella realtà virtuale.

Testo e immagine di

Emily Passalacqua, III M