Generazione Z, ragazzi sempre connessi

Spesso perdiamo il senso del tempo e non ci accorgiamo quante ore rimaniamo a fissare lo schermo del telefono; poi guardiamo gli ultimi accessi, le persone online, gli stati di whatsapp e tra tik tok, facebook, instagram e youtube, sono passate già due ore.

E’ la generazione Z, ragazzi sempre connessi ma a volte non sempre informati.

Nel mare dei social ho scelto di usare whatsapp, che mi consente di comunicare con brevi messaggi e faccine con tutti i miei amici.

Qualche volta uso youtube: una finestra sul web di video non sempre interessanti, dove poter esprimere noi stessi.

Su Youtube ci sono persone che pubblicano commenti carichi di insulti solo per noia o per cattiveria verso chi non può difendersi, o magari perché non riescono a fare altro. Gli Youtubers guadagnano grazie alle visualizzazioni, agli iscritti o ai like che ricevono, alcuni hanno fatto “una vera fortuna”. Un esempio? “I Me contro Te” due ragazzi diventati ricchi grazie ai like e ai commenti dei bambini, su challenge divertenti.

Ho usato Tik Tok per un breve periodo poi mi sono accorta che stava diventando un’ossessione, una dipendenza, facevo continuamente balletti , non solo di fronte alla telecamera del mio smartphone ma anche nei momenti meno opportuni per esempio a tavola quando la famiglia si riuniva per la cena.

Disinstallare quest’app è stata una scelta giusta!

I video di Chat Woman che ci hanno fatto conoscere i nostri professori in occasione del Safer Internet Day, ci hanno mostrato un’ invadenza dei social nelle nostre vite suscitando in me molta rabbia. La prima cosa che ho pensato è stata: “Se continuiamo così quanto e come vivremo?”. Poi ho pensato anche che, se una persona vuole pubblicare qualcosa, deve essere cosciente che arriveranno sia insulti che complimenti per le sue pubblicazioni; allora meglio pensarci due volte prima di condividerle.

Quando usiamo i social media ci sentiamo a nostro agio, ma sono convinta che dobbiamo porci un limite nell’uso e nel tempo ricercando un giusto equilibrio tra i rapporti virtuali e quelli reali.

La tecnologia è molto utile se usata nel modo giusto: in questo periodo di pandemia ci ha consentito di comunicare con le persone a noi più care, vicine e lontane; ci ha consentito di continuare a svolgere le nostre lezioni da casa; ci ha consentito persino, grazie alle molteplici app di praticare il nostro sport preferito sul tappeto del nostro salone. Insomma la tecnologia ci ha aiutato a sentirci meno soli.

(Elena M. – classe 2 D – Scuola secondaria di primo grado)