L’adolescenza, l’età delle “prime volte”

L’adolescenza è quella tappa di età che inizia generalmente a 13 anni e finisce verso i 18. Come ben sappiamo, è un’età fragile, insicura, affascinante. Molti giovani si ritrovano a dover andare incontro a scelte che cambieranno loro il futuro, alcuni hanno paura di crescere, altri, invece, la fretta di farlo. I giovani come noi hanno in mano le basi per costruire il proprio futuro, e tutto ciò non è un po’ ironico? Insomma pensateci, nel momento di maggiore immaturità della propria vita devono essere prese le decisioni più importanti per quest’ultima; non è da tutti farsi carico delle proprie responsabilità, per farlo, bisogna avere coraggio e idee ben chiare, e come si può immaginare non è cosa per tutti.

Da giovani si hanno tanti sogni, tante speranze. Alcune di queste vengono curate e seguite, altre, invece, muoiono nel momento stesso in cui nascono. È l’età dei primi amori e delle prime delusioni, delle prime sciocchezze fatte con gli amici, dei primi viaggi. In poche parole è l’età delle “prime volte”: si cercano risposte a domande che ci frullano per la testa.

E, in mezzo a tutte queste emozioni, a questa spensieratezza, bisogna anche cercare il coraggio per affrontare il proprio futuro. È davvero così facile, quindi, essere adolescente? Molti degli adulti tendono a minimizzare questa tappa e a criticarla, dimenticandosi probabilmente che è una fase per la quale sono passati anche loro.

In quest’età ognuno di noi è in cerca di un “posto sicuro”, chi come Leopardi si rifugia nello studio, chi nello sport, chi negli amici, chi nei propri genitori. Il punto è che ogni singolo adolescente, me compreso, è spaventato da quello che la vita gli può offrire, non sa cosa gli può accadere, e ogni più piccolo problema sembra una gigantesca montagna da scalare.

Non è facile convivere con l’insicurezza nel vivere, nell’amare, non è bello avere centomila domande per una singola risposta, è come se si fosse insicuri del proprio “io” e forse durante questa “fase” non si fa altro che cercare se stessi, ma dove? In ogni pensiero, in ogni singola cosa vista o sentita e in ogni singola risposta che otteniamo; sogniamo di lasciare il segno, di fare qualcosa di grande eppure piano piano questi sogni si fanno sempre più evanescenti e nel crescere si capisce che certe cose in fondo sono fatte per rimanere sogni.

Da piccoli, quando ci veniva chiesto cosa volessimo fare da grandi, ognuno di noi rispondeva dicendo che avrebbe voluto fare lo scienziato, l’astronauta e magari proprio durante il liceo ci si accorge che non si è portati per la chimica o per la fisica e che magari ciò che ci piace è tutt’altro, ed eccoci ripiombare in altri mille dubbi e altre mille insicurezze.

Vogliamo essere trattati da adulti, facciamo gli spacconi pensando di avere tutte le risposte, ma la verità è che noi ragazzi non siamo altro che persi in un sentiero in mezzo al bosco, con mille strade diverse da imboccare, e senza sapere dove queste ultime ci portino dobbiamo scegliere quella che ci sembra più “giusta”  per il nostro futuro.

Raimondo Di Franco 2QL