Nuovo lockdown e ritorno in Dad per gli studenti

di Federico Cencetti

La data di lunedì 15 marzo 2021 sarà segnata in grassetto sui calendari di tutti gli italiani perchè segna l’inizio di un altro lockdown, anche se parziale, adottato per cercare di ridurre i contagi derivanti dal COVID-19.

Quasi tutte le regioni italiane sono state classificate zone rosse (massime restrizioni per la popolazione) a causa della temuta terza ondata epidemica che sta interessando il nostro paese. Per via della variante inglese, più virulenta e purtroppo anche più mortale, il governo italiano con il supporto del comitato tecnico scientifico ha determinato, attraverso il nuovo DPCM, le nuove restrizioni. La categoria che è stata maggiormente colpita dal DPCM è la popolazione scolastica, sia alunni che docenti, costretti a svolgere le lezioni in DAD (Didattica a Distanza ndr). Da uno studio riportato da Il Sole 24 ore è emerso che la DAD ha portato e porta tanti svantaggi sia per i professori che per gli studenti.

Preparare le lezioni per il giorno seguente da parte dei professori richiede un doppio sforzo, per l’utilizzo di mezzi e programmi informatici per produrre dispense da inviare ai ragazzi che in precedenza con la didattica tradizionale non veniva richiesto. Per gli studenti lo scoglio principale è rappresentato dai mezzi informatici, non tutti sono dotati di personal computer, tablet; inoltre c’è anche il problema legato alle connessioni internet, per cui intere famiglie che si ritrovano a casa (smartworking per i genitori e lezioni scolastiche per più figli) hanno problemi di collegamento avendo la banda di trasmissione dati satura con conseguenti problemi di rallentamenti e difficoltà a ricevere le informazioni. Poi c’è il problema legato agli spazi nelle case delle persone; non tutti i ragazzi hanno una propria camera dove studiare e collegarsi singolarmente, magari la condividono con più fratelli. A qualcuno è tornato alla mente un pensiero di tanti anni fa in cui la scuola era considerata un lusso da ricchi. Chiaramente ci sono divari tra nord e sud e quindi non tutti possono accedere alla didattica da remoto allo stesso modo.  Il governo, chiaramente, ha cercato di mettere in campo tutte le risorse necessarie a risolvere questi disagi, attraverso bonus e sussidi per i soggetti più in difficoltà ma è difficile recuperare anni di abbandono e trascuratezza in cui ha versato la scuola. Certo è che l’aspetto più preoccupante di questa situazione sembra essere quello psicologico e relazionale sia per gli studenti che per i docenti. Infatti, se da una parte c’è diffidenza da parte dei professori verso gli alunni che stando a casa, a volte, possono approfittare delle circostanze e non seguire le lezioni o utilizzare aiuti durante le verifiche o le interrogazioni, dall’altra parte gli studenti non hanno più quel dialogo e confronto che esisteva in presenza tra alunno e insegnante. Con l’isolamento forzato i ragazzi stanno perdendo quella socialità che in età scolare è fondamentale per relazionarsi con gli altri e fondamentale per la formazione del carattere.

L’augurio che possiamo farci è quello che il piano di vaccinazione programmato dal governo dia a breve i frutti sperati in modo che ognuno possa tornare a riprendere in mano la propria vita, soprattutto per i giovani visto che chi oggi frequenta la scuola in DAD con tutti i suoi limiti sarà magari un medico o un ingegnere ed è un diritto di tutto poterli diventare usufruendo degli strumenti migliori a disposizione.