Ecologia e denuncia attraverso la musica

Il nostro pianeta è afflitto da numerose problematiche, che richiedono un intervento immediato. Una tra le tematiche che mi sta più a cuore, è quello che riguarda l’ambiente una problematica che interessa anche molti cantanti.  E’ possibile trovare parole di denuncia all’interno di numerosi testi di canzoni. “Vieni a ballare in Puglia “ di Caparezza, è uno di questi.

Nel testo del cantautore pugliese troviamo riferimenti ai problemi ambientali in Puglia ed alla scarsa sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro.

“Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio

Mare Adriatico e Ionio, vuoi respirare lo iodio

Ma qui nel golfo c’è puzza di zolfo, ché sta arrivando il demonio

Abbronzatura da paura con la diossina dell’ILVA

Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa”.

E’ chiaro il riferimento all’acciaieria in provincia di Taranto, dove tutti i rifiuti che produce vengono scaricati all’interno del Golfo della città, le acque si inquinano e non si riesce più a sentire l’odore tipico dello iodio marino, ma solamente puzza di zolfo proveniente direttamente dalla fabbrica.
Invece, sulle norme di sicurezza non rispettate all’interno delle fabbriche e dei cantieri, abbiamo due riferimenti molto chiari, uno all’interno della seconda strofa ed uno nel ritornello.
Nella seconda strofa queste condizioni vengono raccontate in una maniera abbastanza iperbolica, ma, per quanto possa esserlo, sono avvenimenti che, purtroppo, ricorrono sovente:
“È vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica
Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica
Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia
In quella bolgia s’accoppa chi sgobba
E chi non sgobba si compra la roba
E si sfonda finché non ingombra la tomba”.

Invece, nel ritornello viene menzionata proprio la poca attenzione che viene posta all’interno dei cantieri, e ciò potrebbe essere causa di danni gravi:

“…Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru
Perché può capitare che si stacchi e venga giù…”
Questa è una delle tante canzoni che ha segnato la mia infanzia. Da piccolo, non comprendevo bene la “denuncia” presente all’interno del testo, ma oggi , all’età di 17 anni mi rendo conto che sono tematiche molto importanti e ciò di cui si parla fa parte della nostra quotidianità, le cui conseguenze si noteranno in maniera più evidente in futuro molto prossimo, e dunque bisogna reagire.
Sono dell’opinione che, per sensibilizzare la gente riguardo problematiche di questo genere, bisogna utilizzare qualsiasi mezzo di comunicazione a nostra disposizione , che possa essere il semplice giornale, i programmi televisivi o, come in questo caso, delle canzoni che sono più semplici da comprendere e, dunque, sono un mezzo utile per raggiungere tutte le persone.

Marco Nicosia, IV F