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Wandavision. Recensione della prima serie tv del Marvel Cinematic Universe

di Federico Cesari

Il 5 marzo 2021 va in onda su Disney+ l’episodio conclusivo di quello che risulta essere il primo esperimento dei Marvel Studios; esperimento che ha ottenuto, in soli 9 episodi, un successo incredibile sia dal punto di vista dei fan dell’universo Marvel, sia come base di quella che poi sarà la quarta fase del Marvel Cinematic Universe.

Infatti, a seguito di numerose anticipazioni da parte dei produttori dell’MCU, sappiamo che Wandavision avrà delle importanti ripercussioni sul terzo capitolo della saga dello Spiderman di Tom Holland e sul secondo film di Doctor Strange.

Ma come è riuscita Wandavision a riscontrare un tale successo?

Partendo dalla trama, Wandavision ha inizio immediatamente dopo la conclusione dell’Infinity War, gli avvenimenti che hanno caratterizzato Avengers:End game, con una Wanda Maximoff sconvolta dalla perdita dell’amato Visione. Vinta dalla nostalgia verso di lui, la protagonista riscrive la realtà di una piccola città americana del New Jersey, Westview, intrappolando all’interno di questa realtà tutti i veri abitanti e creando una storia alternativa in cui Visione è vivo e i due vivono una vita felice insieme ai loro figli. Con il passare del tempo però la realtà di Wanda inizia a sgretolarsi con l’apparizione di quelli che sono i nemici della protagonista. Coloro che invece sono vicini a Wanda e cercano di aiutarla riescono a farle capire quanto dolore sta creando nella vita dei cittadini che lei stessa tiene prigionieri; così, dopo aver sconfitto i suoi nemici, Wanda accetta il proprio destino liberando Westview e dicendo addio per un ultima volta a colui che ama, Visione.

Punto forte della serie tv è la sua struttura narrativa: Particolarmente interessante è la scelta da parte del regista, Matt Shakman, di adottare per i primi episodi la struttura tipica delle sitcom americane partendo dall’uso dello stile bianco e nero caratteristico degli anni ’60 fino ad arrivare a quello caratteristico degli anni ‘90/’00 con inoltre una durata per episodio tipica di circa 20’/30’. Lo stesso Shakman in un’intervista afferma che questa doveva essere “una lettera d’amore alla Golden Age della TV americana”. Notevole l’utilizzo di easter egg presenti nelle puntate come il richiamo nella puntata 7 alle famosissime sitcom americane The office e Modern Family. Alla struttura dei primi episodi se ne contrappone una in stile tragedia che caratterizza invece gli ultimi in cui gli avvenimenti si ritorcono contro i personaggi della serie fino a che nel finale la protagonista deve abbandonare tutto ciò che ama.

A tutto ciò si aggiunge una performance attoriale da parte di Elizabeth Olsen nei panni di Wanda, che riesce a portare un interpretazione estremamente versatile tra divertimento e dramma, e da parte dell’inglese Paul Bettany, il quale ha deliziato il pubblico con le sue interpretazioni di un Visione estremamente amorevole e commovente.

Quindi in conclusione Wandavision è un esperimento che nel suo complesso è riuscito sotto ogni punto di vista grazie ad una struttura narrativa combinata tra sitcom e drama ed una trama che lascia largo spazio a quella che sarà una spettacolare Fase 4 dell’MCU.