Le scarpe bandite da Nike

Nel lontano 1984, il ventunenne Michael Jordan firma il contratto più redditizio della storia dello sport, quello con il marchio americano Nike: sponsor del giocatore da ormai 40 anni. Ma sono poco note alcune storie legate a questo indissolubile contratto.
Nel settembre del 1984, Nike deve fare debuttare sui campi NBA Michael Jordan con un nuovo paio di scarpe, ma le loro idee sono ancora confuse e la silhouette delle celeberrime Jordan 1 rimane solo un’idea. Non tutti sanno che la star di Chicago non debuttò con le Air Jordan 1, scarpa che, nell’autunno del 1984 era solo un concept. Michael indossò una scarpa già presente nei cataloghi del brand americano: la Air Ship. Il feeling di Jordan non era ottimo, la scarpa era troppo alta e la suola poco adatta al suo tipo di gioco. Nike prese atto delle critiche del giocatore, abbassò il taglio delle Ship e utilizzò una suola proveniente dal mondo del tennis, la Pro Circuit. Dopo queste modifiche, Nike realizzò la PE (Pleyer Exclusive), una versione delle sneakers dedicata soltanto al giocatore.

Tra il 5 e il 10 ottobre dello stesso anno, Nel lontano 1984, il ventunenne Michael Jordan firma il contratto più redditizio della storia dello sport, quello con il marchio americano Nike: sponsor del giocatore da ormai 40 anni. Ma sono poco note alcune storie legate a questo indissolubile contratto.
Nel settembre del 1984, Nike deve fare debuttare sui campi NBA Michael Jordan con un nuovo paio di scarpe, ma le loro idee sono ancora confuse e la silhouette delle celeberrime Jordan 1 rimane solo un’idea. Non tutti sanno che la star di Chicago non debuttò con le Air Jordan 1, scarpa che, nell’autunno del 1984 era solo un concept, bensì, Michael indossò una scarpa già presente nei cataloghi del brand americano: la Air Ship. Il feeling di Jordan non era ottimo, la scarpa era troppo alta e la suola poco adatta al suo tipo di Gioco; Nike prese atto delle critiche del giocatore, abbassò il taglio delle Ship e utilizzò una suola proveniente dal mondo del tennis, la Pro Circuit.
Dopo queste modifiche Nike realizzò la PE (Pleyer Exclusive), una versione delle sneakers dedicata soltanto al giocatore. Tra il 5 e il 10 ottobre dello stesso anno Michael scese in campo con la versione ‘’BRED’’ delle Air Ship, una colorazione rossa e nera non conforme alle regole NBA poiché non riprendeva tutti i colori della maglia dei ‘’tori rossi’’: mancava il bianco. Michael continuò a indossare queste scarpe in varie colorazioni fino all’uscita delle famigerate Air Jordan 1 ‘’Chicago’’.
Inaspettatamente, il 25 febbraio 1985 la National Basket Association inviò a Nike una lettera in cui proibirono ‘’certe scarpe rosse e nere di Nike indossate dal giocatore Michael Jordan il, o attorno al 18 ottobre 1984’’ con in allegato una multa a MJ di 5000$. Il marchio americano, fiducioso del giocatore, pagò la multa, e fece leva sulla lettera per costruire un’enorme campagna pubblicitaria con la quale passò il messaggio che le vere scarpe bandite fossero le nuovissime Air Jordan 1 ‘’BRED” indossate da Michael durante la gara delle schiacciate del 1985. Nello spot pubblicitario una voce narrante afferma che la NBA ha deciso di proibire le Air Jordan 1 ‘’BRED” ma non può di certo proibire alle persone di comprarle. Questo stratagemma mediatico fece esplodere il fenomeno Jordan, le scarpe del giocatore sono sempre state tra le più richieste e ancora oggi in pochi secondi sono tutte ‘’Sold Out’’.
Le Air Ship pro ‘’BANNED’’ non sono mai state messe in commercio per 36 anni, sono state dimenticate. Apparvero in “The Last Dance“, l’acclamato documentario creato da ESPN per raccontare la stagione 1997-98 dei Chicago Bulls attraverso immagini storiche e contenuti esclusivi. Finalmente nell’agosto del 2020, a 36 anni di distanza dal suo debutto, un negozio bolognese, Back Door Bottega, ha rilasciato in anteprima mondiale una versione delle mitiche scarpe bandite, una pietra miliare per tutti i grandi collezionisti come il proprietario del negozio Marco Evangelisti.

Giulio Schiliró, III I