Esiste la parità dei sessi nella nostra società?

E buonasera, signore e signori”. Faccio questo esordio molto fuori dalle righe citando un brano dei Maneskin, gruppo che a me sta particolarmente a cuore visto il talento e la saggezza che hanno questi ragazzi di circa 20 anni. Il motivo della mia citazione sta nel ruolo della donna nella musica. La musica è un’arte e in quanto tale ci sono dei critici che la analizzano in modo oggettivo. Purtroppo, però, nella nostra società la donna non ha le stesse possibilità dell’uomo e non ha senso nasconderci dietro la teoria, e cioè che siamo tutti uguali (frase che troppo spesso viene usata senza valore): se noi analizziamo dei dati statistici, la donna, a parità di ruolo, guadagna meno dell’uomo, e, come se non bastasse, il percorso della donna per arrivare ad un ruolo rilevante è profondamente più lungo e complicato. Come appianare questa differenza? Se la soluzione la potesse trovare un ragazzo di 17 anni, significherebbe o che sono un genio o che al potere abbiamo un gruppo di incompetenti infinito. Io credo che nessuna di queste due affermazioni sia vera, ma ritengo che l’Italia si stia troppo abituando a queste differenze profondamente errate e stia un po’ perdendo la forza e il coraggio di tentare e rischiare. Secondo me, bisognerebbe provare diverse soluzioni … e come soluzioni non intendo chiamare una modella a presentare un brano di Sanremo, che è assolutamente controproducente poiché passa l’idea di donna esteticamente bella e purtroppo nient’altro, per me un’azione degna di nota potrebbe essere mettere l’Ariston in mano ad una donna. La nostra specie, se vuole andare avanti, ha bisogno di riprodursi, ma la donna, quando pensa ad un figlio, si trova costretta a dover scegliere tra il lavoro dei suoi sogni e dare alla luce una creatura meravigliosa. La nostra società dovrebbe lavorare sin da subito per permettere alle donne di non trovarsi di fronte a questa ardua scelta.

Niccolò Di Berardino