IL VALORE DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio di ogni anno celebriamo il cosiddetto “giorno della memoria”, in commemorazione delle vittime dell’olocausto. Ricordiamo questo abominevole evento anche col fine di evitare, dando uno sguardo al passato, che tali catastrofi al danno dell’umanità si ripetano nel presente e nel futuro. In questo articolo non andremo nella maniera più assoluta a mettere in secondo piano questo evento, ma a menzionare altri atti scellerati commessi da uomini a danno di altri uomini per evidenziare altri errori il cui ricordo è fondamentale per impedire che ciò avvenga nuovamente.

Il regime comunista russo

Il regime comunista russo si macchiò di innumerevoli atrocità nel corso della storia, causando approssimativamente (secondo le recenti stime degli storici contemporanei Robert Conquest e Timothy Snyder) venti milioni di morti. Nonostante si debba tener conto di una “zona grigia” che impedisce l’esattezza delle stime e sia da sottolineare il fatto che almeno un terzo di tale numero non si può direttamente imputare ai vari regimi comunisti, ma a fattori determinati da azioni nella seconda guerra mondiale come il taglio degli approvvigionamenti che causò quasi due milioni di morti per fame e malattie, resta una cifra tanto alta da risultare incancellabile dalle pagine nere dell’umanità. Solamente nei cosiddetti “gulag”, i campi di lavoro forzato russi attivi dal 1933 a poco dopo la fine della guerra, furono circa 1.517.000 le vittime. Anche le rigidissime politiche economiche Staliniane nel periodo 1930-1933 causarono ben 5 milioni di morti di fame circa. Tra il 1919 e il 1923 vennero giustiziate senza un equo processo circa 900mila persone, mentre nelle purghe Staliniane la cifra ammonta a circa due milioni di persone.

 

La collettivizzazione forzata cinese

Mao Zedong, nei suoi circa trenta anni di governo, applicò un rigidissimo piano economico noto come “grande balzo in avanti” che consisteva nel controllo ed esproprio delle terre a grandi e piccoli proprietari terrieri, col fine di “collettivizzarle” a favore delle masse per rapidamente riformare il paese, fino ad allora basato su un sistema economico rurale, in una moderna e industrializzata società comunista, caratterizzata per l’appunto da una collettivizzazione. Tuttavia, un così radicale cambio in un brevissimo lasso di tempo causò drammatici eventi, come carestie, oltre a innumerevoli esecuzioni a danno dei dissidenti, che ammontano a una cifra compresa tra i 16 e i 43 milioni di morti circa.

 

Il colonialismo

Se in senso esteso racchiudiamo in questo termine i processi di colonizzazione che le potenze occidentali attuarono in praticamente tutto il mondo, dall’Africa alle Americhe fino addirittura all’Indonesia e altri territori nell’oceano pacifico, le stragi e il numero dei morti è così esageratamente alto che nessuno storico è mai riuscito a fornire una stima che non risulti tanto approssimativa da essere pressoché inattendibile. Ad ogni modo, è necessario menzionare alcuni degli atti più scellerati avvenuti. Iniziamo con la tratta degli schiavi che dall’Africa venivano forzati in un lunghissimo viaggio estenuante in condizioni indignitose, e questo fenomeno durò circa tre secoli. Possiamo poi citare i deliberati genocidi delle popolazioni native Americane, menzionando i mesoamericani aztechi e maya, i sudamericani inca e i nativi brasiliani, e la più celebre, non per meriti, ovvero quella degli indiani d’America, che furono progressivamente cacciati verso ovest fino a rinchiuderli in cosiddette “riserve”, dove risiedono tutt’ora. Infine, le politiche economiche adottate nelle colonie, come quella Inglese in India che causò circa 27 milioni di morti per carestie.

 

Le bombi atomiche

La bomba atomica è l’arma più letale mai concepita dal genere umano. Consiste nello sfruttare il processo di fissione nucleare di un nucleo per rilasciare un incontrollato sprigionamento di energia. Il 6 e il 9 agosto 1945 furono per la prima volta utilizzate deliberatamente con lo scopo di colpire un bersaglio civile. Sommariamente, esse causarono la morte di approssimativamente 367.923 uomini, oltre ai 120.000 feriti e i danni a lungo termine che l’esposizione a radiazioni comportò nei decenni a venire. Per quanto dobbiamo tener conto che fu una soluzione estrema adottata in un contesto in cui gli Stati Uniti, appena usciti vincitori da un logorante conflitto con la Germania Nazista e con un’altrettanta sanguinosa guerra contro il Giappone in corso, optarono per una soluzione che terminasse il conflitto con la minore perdita di soldati possibili, resta uno dei più controversi e dibattuti fatti della storia. Può davvero un fine del genere giustificare qualunque tipo di mezzo?

 

Flavio Mastrantoni 4°D