La facilità di ingannare la mente

Nonostante la vista sia il principale senso con cui indaghiamo ciò che ci circonda, essa è anche il più ingannevole. Sbagliare a riconoscere un gusto, un tipo di superficie, un odore o un rumore è sì più comune, ma mai mette in difficoltà la nostra mente quanto fa la vista. Sarà sicuramente capitato a chiunque di trovare quelle immagini che, nonostante sappiamo essere statiche, sembrino muoversi. Ciò avviene perché tali disegni sono psichedelici: un continuo alternarsi di colori vivacissimi e contrastanti che alterano temporaneamente il nostro modo di percepire il soggetto.

Secondo uno studio americano condotto da Mark Changizi ed esplicitato in un articolo pubblicato sul Cognitive Science, questo senso di movimento è dato dalla capacità del nostro cervello di “prevedere il futuro”. Com’è possibile una cosa del genere? Sicuramente è questa la prima cosa che viene in mente, ma la spiegazione è molto semplice: tra il momento in cui noi guardiamo l’immagine e l’elaborazione da parte del cervello di questa vi è un tempo molto breve (circa 1/10 di secondo) che il nostro cervello “riempie” tentando di prevedere l’informazione che sta arrivando dall’occhio.

Nel caso in cui però si guardano queste immagini ingannevoli gli stimoli visivi sono incerti ed il cervello può darne interpretazioni errate: ciò da vita al paradossale movimento.
Un altro caso di illusione ottica è invece data da alcuni disegni privi di colori: ad ingannarci in questo caso sono le linee e le ombre. Ovviamente anche in questo caso è sempre nel cervello che l’immagine assume un aspetto poco chiaro, lasciandoci un’idea di confusione e incredulità.
Il percorso che l’immagine compie dagli occhi ai neuroni termina con l’arrivo nei due emisferi del cervello. Anche questo tipo di illusione nasce dalla capacità della mente di ricostruire velocemente le immagini basandosi su meccanismi innati ed esperienze personali che sono presenti nella memoria come dei modelli.
Il “problema” sorge quando tentiamo di comprendere un’immagine non chiara che induce in errore i nostri occhi per via dei vari punti di vista, della prospettiva o dal movimento che, secondo Jhon Pettigrew, avviene perché le due metà del cervello “lottano” per avere la predominanza.

A volte, però, invece di riflettere troppo su come siano possibili certi eventi e scervellarsi per arrivare ad una risposta soddisfacente, è meglio lasciarsi sorprendere.

Althea Giuliani 5°E