Morte all’America

Il titolo di questo articolo vuole essere chiaramente provocatorio: lungi da me l’idea di incitare i lettori all’odio contro gli Stati Uniti; cercherò piuttosto di ripercorrere alcuni eventi della storia contemporanea, nel tentativo di far riflettere chi legge sulle motivazioni che spinsero gli americani ad intervenire nei diversi conflitti dagli inizi del XX secolo fino ai giorni d’oggi. L’interventismo americano avrà infatti un impatto enorme sulla storia degli ultimi cento venti anni. Per capire bene bisogna tornare al lontano anno 1823, quando il presidente degli Stati Uniti James Monroe, parlando al congresso, si autoproclamava garante della libertà di tutte gli stati del continente americano a discapito dei colonizzatori europei. Di fatto già dalla guerra ispano-americana, gli Stati Uniti estenderanno la propria sfera di influenza anche al pacifico con la creazione di uno stato satellite nelle Filippine, ma il culmine dell’interventismo americano si avrà con l’entrata in guerra nel primo conflitto mondiale nel 1917. Il paese dello zio Tom dispiegherà una gran quantità di uomini e armamenti in modo da determinare le sorti della guerra che si concluderà a favore della triplice intesa. Gli Stati Uniti, pur non ottenendo da questo conflitto nuovi territori o colonie, assunsero un ruolo molto importante ovvero quello di poter supervisionare i trattati di Versailles e in pratica stabilire la spartizione delle potenze perdenti. Infatti l’allora presidente Woodrow Wilson enunciò il principio di autoderminazione dei popoli, che sostanzialmente avrebbe dovuto fungere da linea guida per il tracciamento dei nuovi confini, ma in realtà fu applicato in modo discontinuo e arbitrario, contribuendo non poco alla graduale destabilizzazione del panorama europeo. Ne sono esempio la mancata assegnazione di Fiume e della Dalmazia all’Italia, l’annessione del Sud Tirolo, regione a maggioranza tedesca che tuttora rivendica la propria indipendenza e ancora la creazione della Jugoslavia, un paese con troppe differenze etniche e linguistiche che inevitabilmente sarebbe imploso. Gli Stati Uniti ed il regno Unito, inoltre, non fecero nulla per frenare la sete di vendetta francese contro gli acerrimi rivali tedeschi, risultati vincitori nella guerra franco-prussiana, e questa negligenza avrebbe portato alla nascita del nazionalismo tedesco e alla conseguente seconda guerra mondiale. Dopo le due guerre la fama di garanti della libertà si accrescerà per l’America che si sentirà legittimata ad intervenire nella gran parte dei conflitti di ogni continente: dalla Corea a Cuba, dal Vietnam al conflitto israelo-palestinese, dalla Jugoslavia all’Afghanistan e la lista sarebbe ancora molto lunga, ma di alcune di queste guerre si è persino la memoria. A conclusione di quanto detto, una domanda sorge spontanea “cui prodest?” per citare Cicerone, “Perché tutto ciò? Veramente possiamo credere che le guerre scatenate dagli Stati Uniti avessero come scopo portare la democrazia in quei Paesi?” La risposta ovviamente è no, infatti gli Stati uniti hanno sempre tratto grandi profitti dai propri interventi militari, a favore o contro determinati Stati e, dietro ai tanto sbandierati ideali di libertà, si nascondono grandi interessi economici. Pensiamo, per fare un esempio, alla spropositata quantità di combustibile fossile presente in Medio Oriente, teatro di numerosi conflitti negli ultimi quarant’ anni in cui ovviamente gli Stati Uniti hanno avuto e continuano ad avere un ruolo determinate. Inoltre ricordiamo che l’industria bellica è forse la più redditizia in assoluto, e l’America è proprio il più grande stato produttore ed esportatore di armi del globo e questa non può essere una coincidenza! Credo che oggi finalmente si abbia uno sguardo più critico nei confronti del gigante americano, anche se numerosi giornalisti in tv o sui giornali ancora esaltino le recenti imprese belliche americane. Di sicuro la politica estera statunitense non è cambiata di molto, basti pensare ai recenti attacchi aerei in Siria del neo-presidente Biden. Purtroppo la pace mondiale rimarrà un’utopia fintanto che delle potenze continueranno, per propri interessi, ad intervenire nei conflitti invece di cercare di risolverli in modo pacifico.

Andrea Peluso 5°E