Aborto: diritto o violazione di un diritto?

Cos’ è l’aborto? Negli ultimi mesi si è sentito molto parlare delle proteste in Polonia contro la legge che vieta l’aborto e i cartelloni pro life comparsi nelle strade delle nostre città hanno suscitato molto scalpore. Intanto facciamo chiarezza sulla differenza tra aborto e contraccezione d’emergenza. Il 22 maggio del 1978 entra in vigore la legge n. 194 che prevede la possibilità di effettuare l’interruzione di gravidanza in strutture mediche. Fino a quel momento abortire e praticare l’aborto era un reato punibile dalla legge. L’interruzione volontaria di una gravidanza può avvenire in due modi, il primo è l’aborto farmacologico, che però può essere effettuato solo entro le prime 7-9 settimane tramite la somministrazione di un farmaco in strutture mediche con un ricovero di circa 3 giorni. Il farmaco generalmente somministrato è la pillola RU486 e in Italia la sua introduzione ha suscitato molte polemiche, infatti il protocollo medico sanitario prevede per chi la assume un ricovero di 3 giorni, che in molti Paesi non è previsto in quanto non ritenuto necessario. L’altra procedura è l’aborto chirurgico che viene praticato dopo le 9 settimane, ma comunque entro 90 giorni (viene effettuato oltre questo termine solo in casi in cui vi sono rischi per la salute della donna o del futuro bambino). In entrambi i casi il cervello nel feto non si è ancora formato, di conseguenza l’aborto non può essere definito omicidio, come viene spesso chiamato dagli antiabortisti o pro life. La contraccezione d’emergenza, invece, è la dibattuta “pillola del giorno dopo” o dei 5 giorni dopo. E se ne è molto sentito parlare nell’ ultimo periodo, poiché dal 10 ottobre del 2020 è stata estesa anche alle minorenni la possibilità di acquistare la pillola del giorno dopo senza prescrizione. Ma abbiamo anche altre notizie per quanto riguarda il diritto alla contraccezione d’emergenza: molti farmacisti si rifiutano di darla, appellandosi al diritto di essere un obiettore di coscienza. La legge italiana infatti prevede il diritto dei medici di rifiutarsi di effettuare aborti, ma questo diritto non prevede poter negare la pillola del giorno dopo (o dei 5 giorni dopo) poiché non si può definire interruzione di gravidanza, ma appunto contraccezione di emergenza.

Se in Polonia abbiamo visto sempre di più aumentare le restrizioni sull’aborto fin quasi a negarlo, in Italia la legge prevede questo diritto, ma secondo le statistiche il numero degli obiettori è in continuo aumento, rendendo sempre più difficile effettuarlo.

Per le strade delle nostre città inoltre vi è una diffusione sempre più notevole di cartelloni pro life

L’aborto non è sicuramente una scelta facile, ma è un diritto che è stato conquistato duramente e che non va abolito. Con il proibizionismo le interruzioni di gravidanze non diminuirebbero, aumenterebbero solo quelle clandestine e con queste un aumento delle morti, in quanto un aborto chirurgico effettuato con mezzi non medici, da persone non professioniste e in ambienti non sterili non è sicuro e spesso in passato ha portato a donne morte per emorragie o infezioni.

Costringere una donna o addirittura una ragazza ad avere un bambino che non vuole non farà altro che causare dolore a lei e al futuro figlio che avrà, per non parlare di situazioni dove portare avanti la gravidanza sarebbe un rischio per la donna e per il feto, o nelle quali la vita in cui si troverebbero a vivere sarebbe troppo dura da affrontare.

Nessuno ti obbliga ad abortire se non vuoi, ma non impedire agli altri di compiere questa scelta.

Martina Gagliardi III C