Intervista ad Ennio

Intervistatrice: Buonasera! Oggi intervisteremo un ospite a dir poco insolito, il famoso autore latino Ennio. Salve Ennio, grazie per aver accettato quest’intervista. Potrebbe incominciare raccontandoci della sua vita?

Ennio: Certamente! Sono nato nel 239 a.C. nella penisola Salentina, l’attuale Puglia, per intenderci, che una volta era denominata Calabria. Ho partecipato alla seconda guerra punica e in Sardegna ho conosciuto il grande Catone. Con lui sono giunto a Roma e ho fatto la conoscenza di numerosi personaggi illustri. Il momento più importante della mia vita è stato nel 184 a.C., quando ho ottenuto la cittadinanza Romana.

Intervistatrice: Come ha già accennato prima, lei ha avuto la possibilità di stringere rapporti d’amicizia con numerosi personaggi di spicco del panorama aristocratico della sua epoca. Ci dica di più.

Ennio: È proprio così! Difatti ho avuto la possibilità di conoscere numerose personalità, anche con posizioni culturali totalmente diverse da colui che mi ha introdotto a Roma, il grande Catone. In particolare, strinsi forti rapporti d’amicizia con Marco Fulvio Nobiliore e con Scipione l’Africano; proprio per questo ho dedicato ad entrambi diverse opere da me scritte.

Intervistatrice: Le sue opere sono  ancora oggi studiate ed apprezzate. La sua grande versatilità letteraria nei temi e nei generi lo contraddistingue dagli altri autori del suo tempo, come appunto Catone.

Cosa ci può dire al riguardo di uno dei generi epici-letterari da lei più affrontato, l’opera teatrale?

Ennio: Ebbene, grazie ai vari confronti che nel corso della mia vita ho avuto con persone con posizioni politico-culturali molto diverse, ho avuto la possibilità di trattare nelle mie opere teatrali sia argomenti di ambito Romano sia argomenti di ambito Greco, le famose opere “Pretextae” e “Cothurnatae”. Attraverso la contaminazione letteraria, ho ritenuto di portare alla riflessione il mio pubblico vari temi d’attualità del mio tempo, di politica, etica e religione, e prendendo come punto di partenza diversi passi originali d’origine greca che ho ritenuto essere più meritevoli ed interessanti. Per riuscire nel mio intento, ho fatto uso di numerose tecniche stilistiche e lessicali, drammatiche e patetiche, intensificando il pathos e il valore delle emozioni e dei valori da trasmettere al pubblico.

Intervistatrice: A testimonianza della sua varietà d’interessi, sappiamo che lei ha scritto anche numerose opere definibili come “minori”: ha trattato di argomenti di carattere religioso e ha persino prodotto diverse opere di satira. È però doveroso citare gli “Annales”, in cui lei cita il valore di Scipione l’Africano e di Marco Fulvio Nobiliore, precedentemente citati; questa è tra le più famose delle opere da lei scritte. La peculiarità più grande di quest’opera sta infatti nel proemio, in cui lei afferma che la sua persona ospita l’anima del grande poeta Omero, attraverso il principio della metempsicosi. In che modo ritiene di possedere tale qualità?

Ennio: È infatti così, confermo di essere l’unico ed il vero anfitrione dell’anima del grande Omero. Questa mi ha reso infatti un autore completo e versatile, difatti proprio nell’opera “Annales” ho trattato ed elogiato tutti i gloriosi avvenimenti che dalla caduta di Troia e dall’arrivo del grande padre Enea a Roma hanno portato ai miei tempi, il tutto attraverso tecniche lessicali ricreate sul modello del grande Omero, come l’utilizzo di espressioni formulari, l’evocazione delle muse e l’utilizzo dell’esametro. Ho inoltre reso tale opera la base per una mia personale sperimentazione stilistica e per la ricerca di effetti lessicali nuovi o insoliti. Nell’opera ho chiaramente posto molta attenzione ai nobili e valorosi uomini con cui ho avuto l’onore di interagire, e diventare amico, come Scipione l’Africano e Marco Fulvio Nobiliore, protagonisti di gloriose battaglie.

Intervistatrice: Ringraziamo calorosamente il grande poeta Ennio per aver accettato di fare questa nostra intervista e di averci fatto compiere un meraviglioso salto nel passato!

 

Zoe Lardaro III C