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La Tuccimei di Acilia dice NO al bullismo e al cyberbullismo

Giornata contro bullismo e cyberbullismo e Safer Internet day: le iniziative della Tuccimei

Il 7 Febbraio è stata la giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, due fenomeni che al giorno d’oggi si verificano sempre più spesso, così frequentemente che ormai è difficile perfino accorgersene perché, purtroppo, sembrano quasi far parte della vita quotidiana di noi ragazzi .

Analizzando il modo in cui ha inizio il fenomeno del bullismo, ci si rende conto che il bullo non comincia quasi mai con la violenza fisica, ma ha tutto origine con prese in giro e derisioni, spesso divulgate sul web e sui social (facebook, whatsapp, tik tok e instagram) che riescono a ferire ed umiliare la vittima.

Anzi si può affermare che la violenza fisica ormai non è l’unica caratteristica di un atto di bullismo, ma quasi sempre è sufficiente la violenza esercitata attraverso uno schermo di un pc o di un telefono, che rende il bullo più forte perché non si può confrontare direttamente con la vittima.

Proprio per ricordare la giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo del 7 febbraio e per far comprendere a noi ragazzi che essere bullo non è certo un comportamento da seguire, la nostra classe, al suono della campanella, ha interrotto quello che stava facendo in quel momento e ha visto dei brevi video che dovevano farci comprendere qual è la scelta giusta che ognuno di noi deve compiere di fronte ad un atto di bullismo.

Uno dei tanti video racconta la storia di un ragazzo picchiato da altri quattro compagni della sua scuola e la scena era stata ripresa con il cellulare e condivisa sul web.

Un reporter, alunno di quella scuola e amico della vittima di bullismo, era indeciso se condividere sul web il video per avere tanti “like” oppure se realizzare un documentario sul bullismo.

Nel primo caso, quando il reporter decide di fare la scelta sbagliata e quindi di pubblicare il video su Youtube, non ha pensato alle conseguenze e, soprattutto non ha ottenuto il successo che si aspettava di avere, ma, al contrario, è stato sospeso e non ha ricevuto dai genitori la telecamera nuova che tanto desiderava. Inoltre, e questo è la cosa più grave, la vittima ha continuato ad essere bullizzata.

Nel secondo caso, invece, il reporter, facendo la scelta giusta, cioè il documentario sul bullismo, intervista la vittima e anche coloro che hanno bullizzato quest’ultima per farli sentire responsabili delle loro azioni.

Alla fine il reporter e la vittima sono diventati amici, il video ha avuto successo, il preside lo ha premiato ed ha ricevuto dai genitori la telecamera nuova.

Questo per dimostrare che noi possiamo sempre fare la scelta giusta!

Oggi, invece, è il 9 Febbraio ed è la giornata del Safer Internet Day e, per questo, assieme ai nostri professori, ci siamo collegati dal vivo alla diretta youtube di CUORI CONNESSI organizzata dalla Polizia di Stato per sensibilizzarci sul cyberbullismo.

Oltre a noi erano collegate tantissime altre scuole di tutta Italia.

Invitati all’interno dello studio c’erano il capo della polizia di stato assieme ad altri poliziotti che si occupano proprio della lotta al bullismo ma soprattutto al cyberbullismo.

I loro racconti sulle storie vere hanno fatto riflettere me, come molti altri ragazzi, sulla pericolosità del web e di tutti i social. Quanto anche solo un commento negativo, che sia attraverso uno schermo o meno, possa ferire la persona che abbiamo davanti a noi.

Il presentatore ha raccontato storie di ragazze che lui stesso ha intervistato e che hanno avuto il coraggio di parlare e di denunciare il fatto accaduto.

Ci ha mostrato alcuni video di queste ragazze che hanno raccontato la loro significativa storia.

Anche se una ragazza è voluta rimanere anonima ed era molto tentata di non denunciare più il fatto, alla fine l’ha fatto perché comprendessimo la gravità di quello che le era capitato. Lei ha voluto farci capire che, se non si è sicuri di inviare una foto a qualcuno, non bisogna farlo perché una foto postata potrebbe essere l’inizio di una tragedia.

Le ragazze, prese in giro per un semplice colore dei capelli o per aver portato il busto, sono ragazze da prendere come esempio se hanno il coraggio di denunciare il fatto. Per questo, se si conosce qualche vittima di bullismo o, ancor di più se la vittima siamo proprio noi, non dobbiamo aver paura di parlare con chi ci potrebbe aiutare.

Solo parlando abbatteremo il muro del silenzio dietro cui si nasconde il bullismo e il cyberbullismo, perché il potere della parola è un ponte invisibile che conduce sempre alla scelta giusta.

 

                                                                                                                                                                        Elisa, Classe IID