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L’importanza della memoria: “La classe dei banchi vuoti”

Quest’ anno il percorso che abbiamo intrapreso verso la conoscenza della mafia mi è
piaciuto di più, o meglio, mi ha coinvolto maggiormente rispetto agli altri anni, forse
perché sono cresciuta e riesco a comprenderne meglio il significato.

Abbiamo svolto varie attività, come l’incontro con il giornalista Lauria, il quale ci ha
parlato del fenomeno mafioso. Noi ragazzi abbiamo fatto alcune domande, riguardanti le
origini nel passato, le caratteristiche e le finalità.

Con la prof. Piccardo abbiamo anche ricordato le vittime innocenti della mafia, come
Simonetta Lamberti, morta a soli 11 anni mentre viaggiava con il padre, vero obiettivo dei
sicari. e Annalisa Durante, morta in un agguato camorristico, a soli 14 anni. Nadia e
Caterina Nencioni sono vittime della strage dei Georgofili, a Firenze. Giuseppe
Letizia è morto per un’ iniezione letale all’ospedale di Corleone per mano del boss locale,
a soli 12 anni. I gemelli Asta, 6 anni, morirono insieme alla loro madre, vittime di
un’autobomba che doveva uccidere il magistrato Carlo Palermo.

Questi nomi, meno conosciuti, si affiancano a quelli delle note vittime di mafia : Falcone,
Borsellino, Peppino Impastato, Mauro Rostagno e altri ancora. Non ci sono più, ma i loro
pensieri e le loro idee sono qui con noi e, ancora una volta, comprendo l’importanza della
memoria: un giorno dovremo essere noi a spiegare ad altri cos’è la mafia.

Penso che questo progetto scolastico sia stato davvero significativo perché ci ha permesso
di capire realmente gli effetti della mafia sulla vita della gente. Molte persone hanno perso
la vita in modi orribili. I colpevoli si conoscono, ma spesso la gente non dice
pubblicamente i loro nomi, per paura o anche per complicità, e in questo modo permette
loro di continuare i crimini. Si chiama omertà.

Agata classe 3G

SMS “D’Azeglio” (Genova)