Lo studio della recitazione durante la pandemia

A causa del Covid-19 i nostri ministri sono stati costretti ad adottare numerose misure di sicurezza, alcune più ed altre meno opportune. Il punto interrogativo più grande tuttavia è stato posto sulle scuole, che stanno alternando periodi di apertura e chiusura decisi sempre all’ultimo momento.

Ma ci siamo mai chiesti come vivono questo periodo degli alunni di una scuola privata, come può essere una scuola di recitazione? Io sono Criniti Danilo ed oggi sono qui per raccontarvi la mia esperienza con la scuola di recitazione (Villa 26 Academy), a dirvi come funzionano le misure di sicurezza e come si è gestita la chiusura dei teatri.

Questa breve rubrica servirà sia come suggerimento al sistema scolastico nazionale, che potrebbe adottare misure semplici ed efficaci con una spesa minima, sia per pura informazione di chiunque fosse interessato allo studio della recitazione.

Per cominciare, nell’accademia si può entrare solo dopo che ti abbiano misurato la temperatura con il Termo scanner, se si ha più di 37 di febbre non si può entrare. L’adozione di questo strumento sarebbe molto comoda ed efficiente per tutte le scuole e sarebbe anche un buon metodo per fare entrare a turni gli alunni.

Quando si entra ci si disinfetta le mani con il comodo contenitore posto all’entrata, poi, in base alla materia che si deve seguire, si va nella determinata stanza. Ebbene sì, in questo tipo di scuola non ci sono le classi dove si sta seduti 6 ore al giorno, ma ci sono le classi dove gli alunni si devono spostare al cambio dell’ora. C’è l’aula di canto, quella di dizione, quella di recitazione, quella di psicotecnica, quella di biomeccanica, quella di produzione ed infine quella di storia del teatro, che per chi sta seguendo il corso di specializzazione nel cinema sarà l’aula di storia del cinema. Inoltre come materia è presente anche movimento del corpo, che non si pratica più in un’aula ma all’aperto.

Spesso si effettuano degli esami scritti, che sono un po’ come le classiche verifiche a cui siamo abituati nella scuola “normale”. Gli alunni vengono divisi fra le stanze, o addirittura lasciati da soli, per tenerli distanziati il più possibile, spesso vengono messi persino nell’ufficio del direttore. E soprattutto non pensate di riuscire a copiare, all’entrata tutti i telefoni cellulari vengono messi in una scatola, e durante gli esami verrete spesso controllati dai professori che girano nelle varie aule.

Per limitare lo spargimento di germi è stato installato un sanificatore, che riesce facilmente a sanificare in tempo reale l’aria che respiriamo e gli oggetti che tocchiamo. Naturalmente per chi non si sentisse sicuro sono stati messi a disposizione anche dei disinfettanti spray.

In ogni aula i posti a sedere sono sparsi, in modo che non ci sia assembramento fra i ragazzi, e la mascherina non va tolta né al posto né sul palco, infatti in questa scuola la mascherina durante la recitazione è vista esattamente come può essere un peso durante l’allenamento: è un impedimento che ti costringe ad articolare di più e ad alzare la voce oltre i livelli normali, dunque non è vista come qualcosa di fastidioso di cui sbarazzarsi il prima possibile, ma come un’opportunità per migliorare. L’unico momento in cui ci è permesso togliere la mascherina è durante le ore di movimento del corpo, in quanto essa bloccherebbe esageratamente la nostra respirazione, ma in compenso è assicurato il distanziamento all’aria aperta.

Per concludere, non è strano che in una scuola privata ci siano più misure di sicurezza rispetto ad una scuola pubblica, ma bisognerebbe cercare di fare il minimo indispensabile ovunque, ad esempio praticare ginnastica all’aria aperta, oppure introdurre anche tra i banchi degli alunni la distanza già prevista tra i ragazzi e i professori, oltre ad acquistare il Termo scanner.

Danilo Criniti III CU