Non esiste una verità assoluta

Erodoto è stato un importante storiografo greco, colui che, a detta di Cicerone, fu “il padre della storia”. Lo studioso si basava su tre principi fondamentali per la stesura dei suoi testi: la vista (οψις), l’ascolto (ακοή) e il “buon senso” (γνώμη), benché spesso siano presenti elementi chiaramente favolistici, inseriti per mantenere l’attenzione dell’ascoltatore. Erodoto, difatti, viaggiò molto e, grazie a queste sue esperienze,  ebbe la fortuna di osservare numerose e differenti civiltà e culture, scoprendo nuovi modi di vivere e di parlare.

Questa fu proprio la base del relativismo culturale erodoteo, concetto basato sul rispetto e ancora oggi estremamente attuale. Secondo questa concezione, tutte le culture presentano lo stesso valore e ognuna possiede forme più appropriate di costumi e governo. Il principale scopo di queste opere, infatti, era prettamente educativo: Erodoto esponeva agli Ateniesi culture diverse dalla loro, per far sì che questi comprendessero il valore della diversità negli usi e nei costumi, e di come l’idea del giusto e dello sbagliato vari da paese a paese e da popolo a popolo. Le diverse usanze saranno sempre considerate errate da un popolo e normali da un altro. Bisogna, dunque, cercare di comprenderle e rispettarle, sebbene non siano condivise.

Un esempio eclatante di questa visione è proprio il passo delle Storie nel quale si evince, attraverso la discussione fra tre notabili persiani, Otane,Megabizo e Dario, che  le tre forme di governo, ossia oligarchia, monarchia e democrazia,hanno tutte in sé degli elementi positivi e negativi, sebbene alla fine si decida che la monarchia sia più adatta per i Persiani, e tutte quindi egualmente auspicabili o disprezzabili, a seconda delle circostanze. Benché questa discussione sia palesemente un falso storico, in quanto Otane, un persiano, dunque un nemico, si trova a sostenere la democrazia, un’istituzione prettamente greca, in un’epoca in cui la Persia era una monarchia assoluta, è importante sottolineare come l’unico motivo per il quale venga scelta la monarchia come forma di governo da utilizzare per il neo stato persiano, uscito fuori dopo la sedazione della rivolta del “falso Smerdi”, e non l’oligarchia o la democrazia, è che sia maggiormente appropriata per un popolo come quello persiano che era stato “liberato dall’oppressione” grazie all’intervento del re Ciro. D’altra parte, però, non vengono sminuite le altre istituzioni, trattate sempre come valide. Secondo Erodoto, dunque, non esiste un sistema di valori assoluti, ma tutto è relativo.

La stessa visione venne discussa e condivisa dai filosofi sofisti, in particolar modo Protagora. Quest’ultimo, difatti, affermò: “l’uomo è la misura di tutte le cose; di quelle che sono, per ciò che sono; di quelle che non sono, per ciò che non sono”. Con questa chiara dichiarazione di relativismo, Protagora non ammise verità assolute o principi immutabili: tutto è relativo e tutto dipende, dall’uomo come singolo, da una certa comunità costituita da uomini che condividono delle norme di base, o dall’umanità nel suo complesso. Benché il filosofo estremizzasse il concetto, sostenendo che non esistesse minimamente verità assoluta e che si poteva solamente concordare su cosa fosse utile, la base era la stessa: tutto è relativo. Esasperando suddetta visione, dunque, si può sostenere che non possa esistere il male assoluto o il bene assoluto,  ma che esistano cose e avvenimenti considerati buoni da qualcuno e errati da un altro. Chi erano i greci, dunque, per difendere a spada tratta i propri costumi, descrivendoli come ciò che è giusto, e per sminuire i costumi altrui?

È abbastanza chiara la risposta a questa domanda. Eppure, oggigiorno il mondo è pieno di persone che giudicano, persone che credono di sapere tutto, compreso cosa debba essere considerato giusto o errato. Ed invece è proprio l’ignoranza ciò che accomuna tutte queste persone.. Questa ignoranza era la stessa che portava i greci a dare giudizi affrettati, quella che Erodoto, attraverso i suoi scritti, cercava di azzerare.

Flavia balletta III C