Un mondo senza l’uomo

Ti sei mai chiesto come sarebbe il mondo senza umani? Ecco, so che ci stai pensando, ma tutto sommato è inutile soffermarsi a pensare a ciò, piuttosto bisognerebbe trovare un modo per evitarlo. E già, non è mica una minaccia fatta da un team di scienziati pagati dai “poteri forti” come pensano molti, né tanto meno una tra le classiche fake news che leggi quotidianamente sul tuo smartphone mentre sorseggi il tuo caffè, purtroppo è la realtà, o meglio, potrebbe esserlo nel giro di pochi anni.
Credi veramente che basti trovare un modo per evitare la nostra scomparsa dal pianeta terra? Bene, non servirebbe a niente poiché, qualora l’essere umano dovesse preservare la sua specie, sarà il Pianeta a pagarne le conseguenze, quindi non avremmo una casa, o anche più semplicemente un futuro.
Scusami, non volevo angosciarti, però una soluzione c’è ed è proprio sotto il nostro naso: dobbiamo sostenere il nostro pianeta ormai agli sgoccioli, la Terra, una sorta di mamma di cui dobbiamo prenderci cura nella sua vecchiaia.
Nonostante ciò sia realizzabile, a quanto pare l’uomo è troppo forte, orgoglioso ed egocentrico per fare la cosa giusta, difatti le persone sembrano accettare il destino che le aspetta, a braccia aperte, come se potessero vincere anche lui, o come se potessero fermare il tempo, perché l’uomo è inarrestabile.
L’uomo è forte, è vero, ma è come un diamante, è tanto resistente quanto esposto ai colpi e ad essere scalfito. L’uomo in realtà, se si imbattesse per caso nella sua coscienza, cosa più che rara, capirebbe che non può vincere niente, anzi, realizzerebbe che ormai è già stato vinto.
Quanto ti innervosiresti se qualcuno entrasse in casa tua solo per irrompere nel tuo quotidiano e nel tuo equilibrio? Te l’ho chiesto perché è esattamente ciò che l’uomo sta facendo e si giustifica affermando di avere “fame”.
Fame di che? Di violenza? Di odio? No, quella dell’uomo non è fame, è ingordigia, è avarizia, è superbia. Ciò è anche la sottile linea che ci separa dal mondo animale, difatti, anche l’animale più forte, il leone, davanti all’ingordigia si ferma, smette di cacciare poiché sazio, rispettando ciò di cui ha gioito perché non lo ha omologato ad altre prede che avrebbe potuto uccidere per il gusto di farlo.
Prenditi un momento, guardati allo specchio e chiediti: “Ho realmente bisogno di tutto ciò che ho?”, probabilmente dirai no, però agli altri dirai sì, perché tu come gli altri provi vergogna nel riconoscere in te stesso gli stessi difetti a causa dei quali quotidianamente critichi le persone che ti circondano, alimentando il vortice che porta con sé tutte le sicurezze.
Dobbiamo sentire il pianeta che piange, come se fosse una campagna di sensibilizzazione, come se fosse uno spot di “Save the children” che riempie il cuore d’angoscia a chiunque lo guardi da sempre, ma alla fine sono solo in pochi a mandare quel breve messaggio per donare i famosissimi due euro al mese.
La cosa più grave è che non riusciamo a sentire il rumore straziante del pianto perché nel bel mezzo della frenesia i suoni sono tutti uguali, non ce n’è uno predominante; invece, se ci fosse ancora il buon vecchio silenzio, saremmo capaci di riconoscere ogni singola risonanza immediatamente.
A proposito, sai che cos’è il silenzio? Non lo sai perché non lo sa nessuno, perché nessuno può sentire il silenzio, poiché quando facciamo il suo nome non facciamo altro che sentire i nostri pensieri, di conseguenza ognuno ha il suo personalissimo silenzio.
Il silenzio è dunque il subconscio che ci guida nelle nostre scelte ed evidentemente non sempre è stato un ottimo consigliere: dovrebbe consigliarci di ridurre, di diminuire ciò che abbiamo e ciò che vogliamo, anche perché il nostro pianeta ci vuole bene e ci ha sempre dato ciò che ci ha reso cosa siamo, ma adesso ha smesso, non per farci un torto, ma semplicemente perché si è sentito tradito e non ce la fa più
Benito Sarnelli III C