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“La ragazza delle fragole”. Recensione di Gabriele Lombardo

La ragazza delle fragole è il romanzo d’esordio dell’autrice norvegese Lisa Stromme.

La storia è ambientata in un piccolo villaggio, chiamato Asgarstrand. La protagonista è Johanne Lien, una ragazzina di 10 anni dai capelli color grano maturo e dagli occhi azzurri. Johanne era stata ritratta dal pittore svedese Hans Olaf Heyerdahal e il quadro era stato esposto al Grand Hotel di Kristiania, rendendola celebre.

Johanne raccoglieva le fragole per venderle ai turisti che frequentavano, durante l’estate, il piccolo borgo. Nei mesi estivi, Johanne è obbligata dalla mamma ad andare a lavorare come domestica presso la famiglia dell’ammiraglio Ihlen. Qui, la protagonista conoscerà Tullik, una delle figlie degli Ihlen, la minore. Le due giovani instaureranno un rapporto molto intimo. Johanne, per buona parte della storia sarà più un’osservatrice e vedrà sbocciare l’amore proibito tra Tullik ed Edvard Munch, artista malvisto dagli abitanti del villaggio, per la sua personalità malinconica e sfuggente. La coppia non sarà approvata dalla famiglia Ihlen e i due innamorati dovranno fare scelte che condizioneranno le loro vite.
Una caratteristica del libro che mi ha molto colpito è stato l’uso dei colori per descrivere le emozioni. Ogni capitolo del libro ha un colore come titolo: rosso, blu, indaco, giallo. L’autrice si sofferma su moltissimi dettagli quando si occupa di descrivere dei momenti tra personaggi, come Thomas e Johanne o Tullik e Munch.
Inoltre, Johanne si troverà a commentare alcune opere di Munch, altra caratteristica che ho apprezzato. Alcuni dei quadri più celebri descritti sono: “Follia”, [“…Due grandi tele, alti quasi quanto me, si stagliavano poco lontano. Come bagnanti adagiate sotto il sole, erano appoggiate al muro bordeaux della dépendance che gli serviva da studio. Erano talmente affascinanti che non potei evitare di guardarle. Una rappresentava una figura femminile scura che fissava con aria malinconica quella che sembrava la propria ombra. Era così profondamente sconsolata che mi sentii stringere il cuore, e un’ondata di infelicità mi salì alla
gola…”]; “Fertilità”, [“…L’altro quadro era un paesaggio lussureggiante dove un uomo e un’altra donna riposavano sotto un albero. La donna indossava un grembiule azzurro e reggeva in mano una ciotola di bacche rosse che accesero la mia curiosità, e per qualche motivo acuirono la mia tristezza. Avrei voluto toccare la coppia. Sembravano addolorati…”]
Il libro mi ha molto appassionato per la sua trama: il rapporto tra Tullik e Munch e anche quello tra Johanne e Thomas li ho trovati molto interessanti e suggestivi.

Nel complesso, è un bel libro, do  5 stelle su 5.

Gabriele Lombardo, III C