Andare oltre i propri limiti, in un luogo sconosciuto

Tra gli studenti italiani ne esistono molti che non hanno la cittadinanza italiana, che hanno voluto mettersi in gioco e misurarsi con un’altra realtà. Alcuni di questi sono nati e cresciuti in Italia e altri come me, da adolescenti, si sono trasferiti in una terra straniera. Il periodo di adattamento non è facile e ci si confronta con l’imbarazzo nel sentirsi sbagliare mentre si prova a esprimere un concetto molto chiaro nella propria mente, si incontra l’imbarazzo nel trovarsi davanti a un gruppo di persone che ti guarda in un modo diffidente; allo stesso tempo, però, cresce una grande curiosità e una forte determinazione nel vincere questa sfida che potrebbe cambiare radicalmente il proprio futuro. Perciò i bambini e gli adolescenti si devono comportare già da adulti in un luogo dove si sentono come un pesce fuor d’acqua. Tuttavia un’avventura faticosa come questa ci regala i frutti più grandi e apprezzabili. Ricordo ancora perfettamente il giorno in cui mi trovai in un’aula dove si sentiva solo la lingua italiana, contrariamente alla normalità a cui ero abituata: infatti pochi giorni prima sentivo solo il romeno e il russo. Non è finita qui. L’incubo peggiore è iniziato nei giorni successivi con le spiegazioni di italiano, inglese, greco, latino e altre materie sia scientifiche che umanistiche. Il 95% di questi termini ed informazioni mi erano sconosciuti e poco familiari. Sentivo la voglia di nascondermi, di scappare nella mia zona di conforto, ma mi ero ripromessa di fare una sfida con me stessa: andare oltre i miei limiti e non arrendermi. L’analisi oggettiva del mio lavoro e quella degli insegnanti, che si traduceva nei voti, mi permisero di capire cosa io potessi migliorare. Dunque l’autocritica e la critica degli altri ci deve solamente spronare a migliorare i nostri risultati. Nacque in me una determinazione che crebbe sempre di più e che mi portò ad essere ogni giorno più forte e consapevole dell’importanza di una disciplina ferrea, che io decisi di imporre a me stessa. Questo mi permise piano piano di scoprire un’altra cultura e tutte quelle sue sfaccettature che non si riescono a cogliere da un libro o una serie TV. Iniziai ad amare la musicalità delle parole che coglieva il mio orecchio, i gesti del corpo delle persone che parlavano, la storia, l’arte, il cibo e tutto quello di nuovo che mi circondava. Ora che ho passato alcuni anni lontana dal luogo in cui sono nata so di essere diversa. Ho conosciuto diverse realtà che non avrei mai conosciuto se fossi rimasta ferma nello stesso posto, ho iniziato a guardare la società da una prospettiva molto più complessa di quanto io potessi immaginare. Anche se inizialmente un mondo del tutto sconosciuto ci spaventa, non bisogna fermarsi perché significherebbe arrendersi prima di aver scoperto un’infinita ricchezza. Inoltre, le nuove situazioni offrono una possibilità di imparare ad adattarsi e agire in una maniera efficiente, scoprire nuove forze e abilità del proprio essere, sconfiggere le provocazioni incontrate e risolvere problemi inaspettati. D’altra parte non sarei mai riuscita a scrivere un articolo in una lingua che mi era sconosciuta fino a qualche anno fa, se mi fossi fermata dopo aver preso il mio primo due in grammatica italiana.

Domnita Anastasia Tura 5°E