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Beni confiscati nei caruggi genovesi: storia di un’assegnazione non ancora conclusa | Videointervista

di Camilla Borreani, 2 B

La famiglia Canfarotta, a partire dal 1970, ha iniziato ad accumulare un patrimonio immobiliare sempre maggiore mediante lo sfruttamento della prostituzione e della clandestinità.

Nel 2014 più di novanta immobili, tra locali, appartamenti ed interi palazzi, situati nel centro storico genovese, sono stati confiscati dallo Stato, il quale avrebbe dovuto assegnarli alle associazioni no profit che ne fanno richiesta.

Esattamente, avrebbe dovuto.

In realtà, rispetto al numero dei beni confiscati, solo una minima parte è stata consegnata alle associazioni organizzate per il conseguimento di un bene comune.

Ma come è possibile?

Lo spiegano Davide Ghio, responsabile di Genova del Cantiere per la Legalità , la dottoressa Carla Ricci, amministratrice dei beni confiscati alla mafia e la volontaria dell’associazione PAS À PAS, Giovanna Bianchi, tutti direttamente coinvolti nella questione dei beni provenienti dal processo Canfarotta.