I DUBBI DI DANTE

Nel primo canto della Divina commedia Dante si era perso in una selva oscura (che rappresenta il peccato), poi vede un colle illuminato dal sole (che rappresenta la salvezza) e vorrebbe salirvi, ma viene ostacolato da tre animali: la lupa, la lonza e il leone. Essi rappresentano rispettivamente la cupidigia, la lussuria, e la superbia che gli ostruiscono il passaggio al punto che si trova costretto a tornare indietro.  Qui intravede da lontano una figura e non riuscendo a capire chi fosse, molto spaventato la supplica di avere pietà di lui e di farsi riconoscere. Solo dopo scoprirà che si tratta di Virgilio e Dante gli chiede aiuto per raggiungere il colle, ma lui risponde che per raggiungere la vetta dovrà prima attraversare i tre regni dell’oltretomba.

Dante segue Virgilio e si avviano verso l’inferno. Durante il percorso Dante, si rende conto che dovrà attraversare, un luogo tormentato dove ci sono fiamme, dannati, demoni e si spaventa all’idea di ciò. È così che si apre il secondo canto della divina commedia che spesso è anche definito il canto del “dubbio” proprio perché caratterizzato da questa incertezza di Dante nell’intraprendere il viaggio nell’oltretomba.

Dante è molto titubante, non si sente all’altezza né fisicamente né spiritualmente. Pensa di non riuscire a fare questo viaggio nei tre regni dell’oltretomba, non sa quali saranno le conseguenze del viaggio e il futuro lo spaventa. Questa volta quindi l’ostacolo da superare non è esterno, come lo sono state le fiere, ma sono i suoi dubbi che ostacolano la sua impresa. Fa anche dei paragoni con Enea e San Paolo. Si rende conto che loro sono stati condotti nell’aldilà per dei motivi ben precisi. Enea aveva fondato Roma e San Paolo era un apostolo e ad entrambi Dio aveva concesso questo privilegio. Dante è insicuro, ha paura di fallire. Virgilio lo rimprovera accusandolo di viltà, ma allo stesso tempo lo rassicura cercando di fargli coraggio e gli racconta di come lui sia venuto in suo soccorso.  Era nel Limbo quando arrivò una donna bellissima, talmente bella che lui non esitò un momento nel dirle che avrebbe fatto tutto quanto avesse richiesto. Questa Donna era Beatrice, che dopo aver elogiato Virgilio gli chiese di soccorrere Dante che si era perso nella selva oscura ostacolato da tre fiere. Beatrice racconta inoltre come lei sia venuta a conoscenza della situazione. Era stata la Vergine a capire che Dante era in difficoltà e chiedere aiuto a Santa Lucia che si era rivolta a lei.

Queste tre donne inoltre si contrappongono alle tre fiere del primo canto, in quanto rappresentano la Grazia preveniente (la Vergine), la Grazia illuminante (Santa Lucia), la Grazia cooperante (Beatrice). Il viaggio di Dante è quindi voluto dalla Grazia divina. Dante sentendo il nome di Beatrice si rincuora e senza più dubbi e paure intraprende il viaggio.

Anche all’inizio del terzo canto troviamo un Dante tentennante, soprattutto impaurito dalla scritta posta sulla porta dell’inferno, ma ormai il viaggio è iniziato e  Dante non si può più tirare indietro.

Arianna D. Carrabino 2QL