Il pozzo dell’Inferno

 Il “Well to Hell” (Pozzo dell’inferno, appunto) sarebbe un presunto pozzo, situato in Russia, che sarebbe stato forato così in profondità da sfondare le porte dell’inferno. Questa vecchia leggenda metropolitana, circola su internet almeno dal 1996, ma già se ne è parlato diffusamente nel 1989, in una trasmissione televisiva su Trinity Broadcasting Network (TBN), un’ emittente americana.

La storia narra di come un team di ingegneri russi, guidato da “Mr. Azzacov”, avrebbe forato un buco nel terreno profondo 14 km trovando una cavità. Incuriosito da questa inaspettata scoperta, avrebbe calato nel pozzo un microfono resistente al calore. Dal fondo del pozzo (la cui temperatura misurata sarebbe stata di 1.090°C) si dice provenissero le urla tormentate dei dannati, che sarebbero poi state registrate e quindi diffuse ed ascoltabili. Si racconta che le suddette urla dei dannati siano riconducibili alla colonna sonora del film horror del 1972, “Gli orrori del castello di Norimberga”.

I tabloid americani presto ripresero la storia e contemporaneamente cominciarono ad apparire anche file audio in vari siti Internet, fino all’emittente in rete già citata TBN che sostenne come queste fossero le prove dell’inferno.

Una storia simile si sviluppò anche in Norvegia. Durante una spedizione mineraria, alcuni minatori alla ricerca della fortuna si spinsero a profondità bassissime. Mentre stavano risalendo, incuriositi da un rumore che sembrava provenire dalla direzione in cui stavano scavando, si ritrovarono davanti a una figura misteriosa, che alcuni riconobbero come Satana. Tutti e 13 i minatori furono travolti dalle strazianti grida dell’essere misterioso e i loro corpi non furono mai ritrovati.

Åge Rendalen, un insegnante norvegese che sentì la storia su TBN, disgustato per la credulità popolare, decise di smascherare la società: scrisse alla rete, sostenendo che in origine non avesse creduto al racconto ma, in un secondo tempo, tornato in Norvegia, lesse che non solo il pozzo maledetto era reale, ma che dal pozzo usciva anche un pipistrello che si liberava in volo. Per completare la sua burla, Rendalen volutamente mal tradusse un articolo norvegese presentandolo assieme alla traduzione in inglese a TBN. Incluse infine anche il proprio nome e quello di un amico pastore, completi di numero di telefono e indirizzo, in modo che l’amico, a conoscenza del falso, potesse esporre la propria testimonianza a tutti coloro che avessero chiamato in cerca di verifica. TBN non fece nulla per verificare le affermazioni di Rendalen, e mandò in onda la storia come prova della validità dell’originale.

Proprio questo avvenimento convinse la maggior parte delle persone, amanti del genere e studiosi, della falsità della storia.

Qualcosa di reale tuttavia esiste: in Unione Sovietica, più precisamente nella penisola di Kola, si era forato per circa 12 km l’omonimo pozzo, sito al confine con la Norvegia e la Finlandia. Nel 1989, a di 12.262 m. di profondità, trovarono alcune anomalie geologiche, ma niente dannati urlanti, pipistrelli assassini o demoni maligni.

di Lorenzo Di Nicola