Un milione di poveri in più con la pandemia

Istat: nel 2020 sono 355 mila le nuove famiglie in povertà assoluta, un milione in più i casi individuali. Mai così male dal 2005.

Il Covid-19 ha portato un milione di poveri in più nel 2020, lo afferma il report annuale dell’Istat sulla povertà assoluta e sulle spese per i consumi. Le stime preliminari dell’Istituto Nazionale di Statistica, che precedono i dati definitivi di giugno, parlano chiaro: sono 355 mila in più le famiglie (+1,4%) e un milione in più i casi individuali (+1,8%) che, nella grave crisi economica prodotta da pandemia ed emergenza sanitaria, hanno sofferto la povertà assoluta. I dati relativi alla povertà assoluta sono i peggiori mai registrati dal 2005, anno di inizio della serie storica dell’Istat.

Il fenomeno osservato è in largo aumento nelle regioni settentrionali, ma è al Sud che resta comunque più alto. A crescere in questi mesi è stata anche l’incidenza di povertà sugli under 18 (+2,2%), mentre si dimostrano efficaci le misure e i sussidi stanziati dal governo (reddito di cittadinanza e di emergenza, che non a caso “bagnano” di più le regioni meridionali), grazie a cui si riduce lo stesso la distanza media dei consumi delle famiglie dalla soglia di povertà. Si dimostra quindi come famiglie scivolate sotto la soglia abbiano avuto comunque la possibilità di sostenere una spesa per consumi prossima ad essa e dignitosa. Chi, quindi, come i lavoratori precari, è rimasto escluso da tali misure ha pagato il prezzo più alto.

Per quanto riguarda la spesa media familiare, nel 2020, il crollo è ai livelli del 2000. La stima della spesa media mensile delle famiglie italiane è pari a 2.328 euro, il 9,1% in meno rispetto ai 2.560 euro del 2019, sostanzialmente in linea con la diminuzione generale del Pil. Si tratta del calo più accentuato dal 1997 (anno di inizio della serie storica) e di un ritorno al livello del 2000, superando addirittura il calo delle spese familiari successivo alla crisi del debito sovrano. Rispetto al 2019 rimangono invariate la spesa per alimentari e abitazione, due spese difficilmente comprimibili, marginalmente toccate dalle restrizioni del governo e favorite dalla maggiore permanenza delle famiglie all’interno delle case italiane. Scende invece precipitosamente, del 19,4%, la spesa per tutti gli altri capitoli, con diminuzioni drastiche per ristorazione (-39,0%), ricreazione (-26,5%), trasporti (-24,6%) e abbigliamento (-23,2%).

Qui il documento dell’Istat con le stime preliminari.

Matteo Faverio, 4H