La violenza sulle donne

Ciao, io mi chiamavo Tiziana, avevo 55 anni, ero innamorata della vita… il mio fidanzato mi ha uccisa mentre dormivo, colpendomi con una bottiglia di vetro in testa.

Hey, io ero Giovanna, avevo 36 anni, amavo con tutta me stessa il mio bambino… mio marito mi ha strangolata davanti a mio figlio di 4 anni.

Piacere, tempo fa mi chiamavo Sharon, ero piccola piccola, non ancora sapevo parlare bene, avevo solo un anno e mezzo, non vedevo l’ora di crescere … un giorno il compagno di mia madre mi ha violentata e maltrattata, è stato bruttissimo, sono volata in cielo poco dopo, in ospedale.

Sono felice di poterti conoscere, ero una ragazza di solo 16 anni, mi chiamavo Noemi, credevo nell’amore… il mio ragazzo mi ha ucciso a pietrate, poi ha nascosto il mio corpo.

Ciao, io mi dovevo chiamare Giulia, vivevo nella pancia di mamma, lei mi voleva tanto bene, mi desiderava tantissimo… mio papà ci ha incominciato a picchiare, non ce l’abbiamo fatta, ci siamo spente insieme.

Io sono Chiara e sto scrivendo per dare voce a tutte quelle bambine, ragazze e donne a cui hanno tolto il sorriso e le parole.

Ci sono tantissime forme di violenza, il femminicidio è la peggiore, ma non è l’unica. Che sia violenza fisica, psicologica o sessuale è sempre violenza; può togliere la vita o può lentamente farti morire dentro, perché se lui ti toglie il sorriso e ti impedisce di realizzare i tuoi sogni ti sta già uccidendo. Spesso vengo derisa per queste mie parole, come se il problema della società maschilista non esistesse, come se fosse una cosa del tutto normale giudicare e picchiare una donna, ed è per questo che vorrei riportarvi qualche dato raccolto dall’Istat negli ultimi anni.

Nel 2018 circa 379 milioni di donne nel mondo hanno subìto violenze fisiche e/o sessuali da parte del partner. Si calcola che, in Italia, ogni anno vengono uccise oltre 100 donne. Tutto senza contare i 7 milioni di donne che vengono maltrattate, violentate e sfregiate.

Credo che questi numeri parlino da soli. E’ davvero impressionante che un fenomeno così grave ed esteso a livello globale sia messo da parte, come se la nostra vita e la nostra salute mentale non contasse nulla.  Mi rivolgo a tutti quegli uomini (se si possono definire così) che deridono il femminismo, che considerano le donne esseri inferiori da discriminare e oggettificare, avete mai provato a impersonarvi in una donna? Lo faccio io.

Ogni volta che usciamo, specialmente di sera, siamo oggetto del fenomeno del catcalling. Probabilmente vi starete chiedendo cos’è.  Bene, il catcalling è un tipo di molestia spesso sottovalutato ed estremamente diffusa che si verifica quando una donna viene apostrofata per strada da uno sconosciuto con pesanti apprezzamenti o allusioni sessuali; ad esempio fischi, commenti sessisti, addirittura ci sono uomini che, senza il consenso della donna, credono di avere tutto il diritto di toccarla.

E non è finita qui, mediamente il nostro stipendio è del 40% inferiore a quello di un uomo, perché? Semplicemente perché siamo donne. Se cerchi un lavoro verrai sempre scelta dopo un uomo, perché siamo donne e secondo la società il nostro compito è quello di badare alla casa e ai bambini. Potrei continuare così all’infinito. Credi ancora che sia giusta la mentalità della società odierna? Bene io no, e fino alla fine dei miei giorni mi batterò per far sì che le future donne non debbano passare quello che stiamo vivendo noi e hanno vissuto le donne che ci hanno preceduto.

Sono una donna e posso vestirmi come voglio, posso decidere di uscire la sera se mi va, posso dirti di no, nessuna di queste cose è un pretesto, nessuno di queste ti dà il permesso di potermi toccare, nessuna di queste ti dà la libertà di poter pensare che un mio no valga meno del tuo. Nessuna di queste ti dà la libertà di potermi stuprare, di poter abusare di me e di violare i miei diritti, nessuna di queste ti dà il permesso di potermi picchiare e uccidere. Ma soprattutto nessuna di queste è pretesto per farti pensare che io sia inferiore a te.

I femminicidi fanno tantissime vittime, vittime frutto del silenzio, vittime che non hanno più voce, che stanno lentamente morendo e non riescono a difendersi. Io mi rivolgo a te, possono toglierci tutto ma non possono toglierci la voce, ed è con questa stessa voce che dobbiamo denunciare, perché è un nostro diritto essere libere e felici.

Il mio più grande sogno è che le donne, nei prossimi anni, siano rispettate e considerate al pari di un uomo, perché ogni donna che perdiamo è un passo indietro per l’umanità, è una perdita per tutti noi, e fino a quando potrò, io mi batterò per far sì che il mio sogno diventi realtà.

di Chiara Camilla Di Pietro