Dante, nelle vite di tutti noi

Di Gloria Dal Bianco

Non si sente parlar d’altro: Dante è sulla bocca di tutti. Dai professori di italiano ai giornali, dai social alle edizioni limitate di gelati: tutti celebrano il Dantedì! La giornata del Sommo Poeta, che secondo gli studiosi il 25 marzo del 1300 iniziò un viaggio passato alla storia come “Divina Commedia”. Un’avventura nell’aldilà durata per i tradizionalisti solo una settimana, ma che in realtà continua ogni giorno. Dante è nei libri di scuola. Dante è nelle parole italiane. Dante è nelle vite di ogni persona che “nel bel mezzo del cammin di nostra vita” si sente smarrita. Dante è nei nostri cuori! 

“Ero al liceo scientifico” ci racconta Lisa, oggi studentessa di lettere all’università Ca’ Foscari di Venezia “e mi apprestavo a iniziare il terzo anno. È ormai arcinoto: all’inizio dell’anno si ha una sorta di euforia e non si vede l’ora di scoprire il programma scolastico. Avremo fatto le coniche in matematica, iniziato a studiare letteratura latina, saremo entrati nell’ottica filosofica e continuato a esercitarci con l’inglese. Poi –mi ricordo come se fosse ieri– alla quinta ora entrò in classe la professoressa d’italiano: in mano teneva la Divina Commedia. Non avevo mai avuto questa grande passione per le lettere, ma non sapevo ancora che proprio quell’anno con lo studio di Dante la mia vita sarebbe cambiata. Sì, fu amore a prima vista! Da quel giorno Dante è, come dico io, un pezzo di cuore. È il nostro Virgilio che ci accompagna in tutte le difficoltà della vita.” 

Abbiamo un pezzo di storia italiana conficcato nel cuore. Suona strano ma è la verità per chi ci vuole credere. Il Sommo Poeta è nella vita di ciascuno di noi e lo sentiamo presente nella nostra identità. Insomma, se siamo quelli che siamo è grazie a lui.

In primis, per come parliamo: sapevate che espressioni quotidiane come “senza infamia e senza lode”, “galeotto fu…” e “stai fresco” le ha inventate proprio lui? E cosa dire riguardo ai temi della “commedia”? Amore, politica e religione: tutto ha un’aria assolutamente moderna. Chi poi almeno una volta nella vita non si è ritrovato in una selva oscura, chè la diritta via era smarrita!?

Per non parlare di quanto umano si dimostri il poeta: fin dai banchi di scuola tutti ci ricordiamo –indelebilmente rimarrà per sempre nella mente- di Dante che sviene nei vari canti. Dall’Inferno con il canto III (“Finito questo, la buia campagna….e caddi come l’uom che ‘l sonno piglia), al Purgatorio con “Sotto ‘l suo velo e oltre la rivera…salsi colei che la cagion mi porse” (Purg., canto XXXI) fino al Paradiso con il  canto I (“‘oh pazienza che tanto sostieni…né io lo ‘ntesi; sì mi vinse il tuono”). Solo alcuni esempi, ma che ci dimostrano quanto in situazioni di tensione e paura si comporti come noi, sopraffatto da incontrollabili emozioni. L’ineffabilità, ovvero l’incapacità di spiccicare parola in momenti ad alto carico emotivo fa parte ancora della nostra vita, ma anche in quella di un poeta di settecento anni fa. Ecco perché è uno di noi. 

#unodinoi anche nella curiosità che fin dagli inizi ha spinto gli uomini a chiedersi: “Dopo la morte cosa c’è?” Domande sull’immortalità dell’anima, sull’esistenza di Dio e dell’aldilà che da sempre caratterizzano gli uomini, tra i quali i filosofi che hanno dedicato persino l’intera vita su queste tematiche.  

Dante è sempre presente anche nel desiderio ancora condiviso di aiutare sempre gli altri. Infatti, proprio lui si cimenta in un’alta missione salvifica: divulgare la sua esperienza nell’Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso per salvare l’anima di tutti noi.  

Il Sommo Poeta è sempre con noi, soprattutto nei momenti difficili della vita. È bello dunque pensare come oggi si celebri un viaggio che in realtà ha un inizio…ma non una vera fine, perché continua ad essere alimentato quotidianamente dalle nostre letture e riflessioni!  

Allora non ci resta che dire: “BUON DANTEDì!”