La scuola forma dipendenti, non studenti

Siamo capaci di affrontare la società odierna tramite la “formazione” che la scuola italiana ci dà?


La prima vera scuola che che la maggior parte di noi ha conosciuto sono le elementari durante le quali i bambini vengono
modellati, formati, istruiti e spediti verso le scuole medie come fossero dei prodotti che passano da una catena di montaggio all’altra, per poi ripetere lo stesso processo durante medie e superiori.

Purtroppo il nostro sistema scolastico non ha come obiettivo quello di far sviluppare ad ogni singolo individuo le proprie abilità e capacità, ma ritenendo sia giusto obbliga tutti gli studenti a seguire una strada preimpostata durante la quale come se fossero dei dipendenti devono seguire le direttive, svolgere i compiti e ricevere delle valutazioni, che a quanto sembra definiscono uno studente, quando invece dovrebbe essere un particolare talento o la propria personalità a definirli.

Il problema di tutto ciò sta nella mancanza di apertura mentale che affligge duramente l’Italia (basti guardare i dati statistici nei quali l’Italia è classificata come uno dei primi, se non il primo paese in Europa con un sistema scolastico retrogrado e ormai superato dalla maggior parte degli altri paesi) e che si basa ancora su un modello di scuola e di studente ormai superato.

Ciò di cui ha bisogno il sistema scolastico italiano è un’innovazione e un cambiamento dal punto di vista di ciò che viene trattato nelle aule, servirebbero delle materie in grado di istruire gli studenti su cosa dovranno affrontare quando saranno adulti, iniziative che sensibilizzino i ragazzi sull’accettazione di se stessi e dei propri coetanei in modo da ridurre gli episodi di discriminazione e anche delle opportunità da dare agli studenti per far capire loro per cosa sono più portati anziché testare le loro abilità attraverso delle prove che non sono idonee per tutti.

Francesco Iob 3E