La violenza sulle donne: un problema mai risolto

Di Elisabetta Faccipieri

Perché nel 2021 le donne non possono sentirsi sicure di camminare da sole la sera?  Perchè si sente troppo spesso dire “proteggete le vostre figlie” ma poche volte “educate i vostri figli”?  Perché storie di violenza sulle donne fanno parte della quotidianità?

Sarah Everard, una donna di 33 anni, è stata rapita e uccisa a Londra mentre stava tornando a casa a piedi lo scorso 3 marzo. Il suo femminicidio è diventato causa di proteste in tutto il Regno Unito.

Dopo una serata con degli amici, Sarah aveva deciso di ritornare a casa a piedi, mentre era per strada aveva parlato al telefono con il compagno per circa 15 minuti. Lui stesso il giorno dopo ha denunciato la sua scomparsa e i resti di lei sono stati trovati e identificati in un bosco del Kent a circa 30 km dalla casa di un poliziotto, Wayne Couzens, accusato di aver ucciso la donna. 

Ciò che colpisce maggiormente è che ad essere accusato è un poliziotto, una figura che fa parte del sistema tenuto a proteggere e fermare le violenze di qualsiasi tipo.

La violenza di genere, come dicono i movimenti femministi, non solo colpisce in luoghi pubblici ma viene commessa da chiunque, anche da un agente di polizia o anche da un uomo che ha le chiavi di casa.

Pochi giorni dopo la morte di Sarah  migliaia di persone sono scese nelle piazze di Londra per protestare. Il femminicidio, cioè la violenza fisica sulle donne in nome di un sistema di matrice maschilista e misogina, è un problema persistente da secoli che non è mai stato affrontato.  Fin dall’antichità le donne si sono trovate in una posizione di subordinazione gerarchica rispetto agli uomini. La donna, ritenuta essere inferiore, non aveva la facoltà di scegliere per se stessa, era l’uomo a cui apparteneva che decideva per lei.

La società si è costruita e fondata sopra un sistema patriarcale in cui la donna doveva essere protetta e tutelata. Ancora oggi si preferisce tenere a casa le donne piuttosto che educare gli uomini a non commettere violenza e si tende a colpevolizzare la vittima come se il pericolo stesse nel comportamento della donna e non in quello di coloro che compiono l’azione.  L’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione che sono nuclei fondanti nelle istituzioni scolastiche da alcuni anni avranno sicuramente un risvolto nella sensibilizzazione delle generazione future.

Inoltre l’aumento di casi denunciati di violenza di genere comporterà ad una maggiore consapevolezza dell’inaccettabilità e dell’ingiustizia di tale forma di sopraffazione.

I frequenti casi di femminicidi e violenze di genere non sono altro che la conseguenza di una cultura ancora basata sulla manipolazione dell’uomo sulla donna, una cultura e ideologia radicata nel tempo e mai cambiata.