Un giorno per combattere, il 21 marzo

Di Giacomo Bonesso

Domenica 21 Marzo, è il primo giorno di primavera, ma non è un giorno come gli altri: ricorre anche un’altra importante data, ovvero quella della giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie; una giornata istituita per ricordare tutti gli innocenti che hanno perso la vita a causa delle mafie.

Sebbene questa giornata sia stata ufficialmente riconosciuta dallo Stato solamente l’ 8 Marzo 2017 viene in realtà celebrata ormai da ben 25 anni , grazie all’impegno della Fondazione “Libera”  fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti, e che tuttora si prodiga in svariati modi nell’ educare alla legalità; oggi “Libera” è cresciuta fino a diventare un coordinamento di più di ben 1600 associazioni gruppi e scuole.

Tra le vittime ricordate in questo giorno speciale è impossibile non menzionare il volto; anzi i volti stessi della lotta alla mafia: i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i giudici membri del pool antimafia il cui indispensabile lavoro servì a mettere in atto il maxiprocesso di Palermo, che portò alla sbarra 476 imputati, il processo di primo grado si concluse  dopo 349 udienze, 1314 interrogatori e 635 arringhe difensive e una deliberazione della camera del consiglio durata 35 giorni con 346 condanne, 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni; è ancora oggi ritenuto il più grande processo penale della storia.

Ma il grande coraggio e la grande dedizione dei due magistrati sono stati pagati a caro prezzo: 23 maggio 1992 ore 17:58, Falcone guida una Fiat Croma bianca sull’autostrada A29 in direzione Palermo quando vengono fatti detonare 1000 chilogrammi di tritolo posti in un cunicolo di drenaggio sotto la strada. È morte immediata per l’auto di scorta frontale, scaraventata dall’esplosione a 10 metri di distanza, il giudice e la moglie invece moriranno più tardi quella stessa sera in ospedale; a salvarsi saranno gli uomini della scorta che si trovavano nell’ultima auto del corteo, e l’autista di Falcone che si era seduto sul sedile posteriore per far guidare il magistrato. Questo attentato viene ricordato come strage di Capaci, dal nome della vicina uscita autostradale.

Il 19 luglio dello stesso anno all’amico e collega Paolo Borsellino tocca un destino simile: alle 16:59 di fronte al numero 21 di Via Mariano D’Amelio, dove come ogni domenica il giudice stava andando a recare visita alla madre e alla sorella, una Fiat 126 rubata riempita con 90 chili di esplosivo semtex viene fatta brillare, uccidendo sul colpo il magistrato e 5 uomini della scorta, e ferendo numerosi civili; è la strage di Via D’Amelio.

Ma questi terribili avvenimenti non devono assolutamente far passare in secondo piano le molteplici vite spente dalla mafia, e per questo Libera ogni anno durante la celebrazione di questo giorno sfila in corteo per una città diversa, accompagnata dai familiari delle vittime. Alla fine di questo corteo vengono letti i nomi di tutti coloro che hanno perso la vita in questa interminabile guerra: non solo chi come i due magistrati si era battuto in prima linea, ma anche tutti gli innocenti rimasti coinvolti negli attentati, o che venivano oppressi dalla malavita. I nomi delle vittime vengono letti in ordine cronologico senza distinzione di sesso, carica occupata, etnia o religione, a testimonianza della loro esistenza, della loro storia. Oggi non è un giorno come gli altri: oggi è un giorno per ricordare, un giorno per combattere.