Mafia, quando “il silenzio uccide”

Il termine “mafia” viene identificato come un’organizzazione malavitosa caratteristica della Sicilia, che ha una struttura piramidale e che tende ad acquisire potere sul territorio su cui agisce.

La mafia affonda le sue radici nella storia feudale della Sicilia di fine ‘800, quando nell’Italia del sud nasce il brigantaggio, ma esistono diverse organizzazioni criminali in Italia e all’estero.
Quando ci si riferisce alla mafia non si indica un’unica organizzazione, ma un insieme di associazioni criminali. L’origine della mafia sembra risalire all’inizio dell’’800: dapprima era un fenomeno delinquenziale confinato alle campagne siciliane, ma a partire dagli anni ’70, si diffuse nei grandi centri e nelle città, estendendo il proprio potere su varie attività commerciali, imprenditoriali, attività illegali e lucrose.
Inquietanti e complessi sono i legami che la criminalità mafiosa intrattiene oggi con il potere politico attraverso la corruzione per effettuare i suoi colpi. E’ giusto ricordare gli efferati assassini di alcuni autorevoli rappresentanti dello Stato, tra gli anni ’80 e ’90: Giuseppe Fava, sceneggiatore e giornalista, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, i Magistrati G. Falcone e P. Borsellino uccisi nella “Strage di Capaci” avvenuta il 23 maggio 1992 nell’autostrada A29 di Palermo. Uomini di giustizia impegnati nella lotta alla mafia e che ne hanno pagato le conseguenze, Peppino Impastato, attivista politico e radiofonico che si ribbello’ alla mafia pur
appartenendo lui stesso ad una famiglia mafiosa e anche personaggi meno noti, ma altrettanto valenti come giudici, poliziotti, politici, carabinieri, uomini della scorta, giornalisti, imprenditori ecc.. Se oggi abbiamo tante informazioni sulla mafia è proprio grazie a G.Falcone e P. Borsellino, che non hanno avuto paura di lottare, ma che purtroppo hanno pagato con la loro vita.
Carola Crisafulli, IV F