Insegnante di inglese- italiano o insegnante madrelingua?

Nel periodo di lockdown da Covid-19, in molti hanno avuto la pensata intelligente di affinare le proprie lingue straniere, soprattutto, perché adesso si può fare benissimo on-line. In parecchi, si sono detti di volere esclusivamente l’insegnante madrelingua, come il madrelingua inglese, il madrelingua francese, ma volere sempre e solo un madrelingua non è sempre l’idea migliore.
Per poter comparare la lingua che si vuole imparare bene, come ad esempio l’inglese con l’italiano, è necessario ragionare innanzitutto su una cosa: quando siamo piccoli impariamo a parlare una lingua che sarà il sistema con cui inscatoliamo la realtà. Ciò è stato sottolineato anche da Sapir-Whorf: “Il modo in cui sezioniamo la realtà- ha affermato- ci fa parlare e ci fa ragionare in modo diverso”. L’esempio classico che si fa in linguistica è l’esempio di legno, legna o bosco che in inglese si dice con una sola parola, cioè “wood”: “legno”, “legna” e “bosco”.

Nel momento in cui, un insegnante sa padroneggiare questi due domini diversi, sa anche indicare meglio delle traduzioni o delle parole nel momento in cui gli viene posta una domanda. Se io parlo in in italiano so perfettamente che c’è questa ambiguità, che c’è questo modo di selezionare la realtà. Questa è una cosa molto importante che permette di far risparmiare tante ambiguità e tante figuracce, a chi è inesperto.
Se si sceglie un insegnante che è madrelingua italiano e ha dovuto imparare l’inglese, questo insegnante saprà dove sono le difficoltà. Ci sono, invece, tantissimi insegnanti non di madrelingua italiana che non sanno dove gli italiani hanno problemi a parlare in inglese, quindi ci sono dei margini di miglioramento nel parlare una lingua straniera veramente molto lenti. Un altro problema è quello che tanti insegnanti inglesi di madrelingua inglese pongono molto l’accento, magari anche troppo sulla pronuncia dell’inglese e non parlano assolutamente mai della sintassi, quindi del fatto che gli italofoni tendono a non fare delle frasi corte e semplici, e che gli italofoni hanno paura di ripetere una parola spesso. Non c’è niente di male nell’ inglese a ripetere una parola tante volte in frasi consecutive. Per esempio se si dice in inglese: “This is my dog, my dog’s name is Fido, I love my dog”; sono tre frasi che hanno senso, si possono dire senza problemi, ma se dette in italiano: “Questo è il mio cane, il mio cane si chiama Fido, amo il mio cane”; non si possono tradurre in italiano in questo modo. Un insegnante che sappia padroneggiare sia l’italiano che l’inglese, può sottolineare queste piccole differenze e automaticamente avere un miglioramento della propria lingua parlata veramente incrementato con uno sforzo minimo, mentre invece un insegnante che non sa quali sono le differenze a livello morfosintattico e fonetico tra italiano e inglese, magari spinge tantissimo su degli aspetti che non permettono di far crescere in modo esponenziale in poco tempo.
Se una persona ansiosa vuole imparare una lingua nuova e spesso si sente a disagio, sapere di avere la possibilità, nel momento in cui il panico prendere il sopravvento, di fermare tutto e dire in italiano il proprio dubbio aiuta a tantissime persone. Sarà la bravura dell’insegnante a spingere ed incoraggiare lo studente a non utilizzare l’italiano, però il fatto che se c’è un’emergenza, se c’è qualcosa di molto importante, la si può dire in italiano e poi si può pensare un modo per trasporlo in inglese. Questa è una rete di salvataggio molto importante che ha senso che esista, quindi bisogna fare attenzione a scegliere un insegnante che parli abbastanza bene la propria lingua madre.
Se si ha un insegnante che padroneggia la lingua madre dello studente, si ha anche un insegnante che padroneggia la sua cultura madre, quindi può evidenziare cosa è normale per noi italofoni e che cosa è strano per persone provenienti da zone anglofone. Non bisogna sottovalutare la comparazione tra culture, come diceva sempre il padre della linguistica Ferdinand de Saussure: “La lingua è cultura”, quindi, avere davanti a sè un insegnante che sappia padroneggiare questi due mondi e ti sappia evidenziare le disuguaglianze fa tanta differenza; ciò può aiutare a imparare più in fretta e quindi in modo più efficiente.
L’inglese viene sempre di più utilizzato come lingua franca, il che significa che magari si imparerà l’inglese per affrontare delle situazioni lavorative oppure accademiche e forse raramente si avrà davanti a se un madrelingua, quindi tanto vale focalizzarsi anche sul discorso “globish”. Il globish (è un neologismo inglese che deriva da globe, cioè globo inteso come terra, e english) sarebbe l’inglese che viene parlato come lingua franca dalla maggior parte delle persone, ovviamente ci sono delle differenze morfo-sintattiche e fonetiche rispetto all’inglese per esempio della Gran Bretagna o degli Stati Uniti. Va sottolineato anche c’è una certa rigidità dei madrelingua nei confronti dell’inglese globish. L’approccio di multi allofoni, cioè non madrelingua inglese è quello di sottolineare cos’è che la gente dice normalmente rispetto a l’inglese standard.

La cosa migliore da fare è focalizzarsi sull’ inglese standard ma saper individuare e riconoscere delle espressioni globish e separarle dal resto dell’inglese standard è qualcosa di molto importante che i madrelingua tendono a non fare, tendono a non essere attenti a queste sfumature.

Lorenzo Di Dio. V DSA